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Pisacane, italiani sempre in minoranza

La scuola Carlo Pisacane

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«No ai provvedimenti Gelmini e Marsilio». È questo uno degli slogan dell'assemblea «Scuola: Sos iscrizioni», organizzata per oggi in VI Municipio nella periferia est della Capitale, contro il tetto del 30% introdotto dal ministro per le scuole italiane e che si chiama «Scuola: sos iscrizioni». Un'istigazione alla «disobbedienza» che rischia di diventare un caso nazionale. L'assemblea è stata infatti preceduta da un un documento preparato dal presidente del VI Municipio, Gianmarco Palmieri, con alcuni dirigenti scolastici di zona e che prevede di non tenere conto della quota stranieri voluta dal ministro per cancellare una volta per tutte le «scuole ghetto». Tutto nasce, ancora una volta, dalla Carlo Pisacane di Torpignattara. Da qui partì un anno fa l'appello al ministro Gelmini delle mamme: su 180 alunni solo 15 erano italiani. Da qui l'intervento dell'assessore capitolino alla Scuola, Laura Marsilio, del deputato Pdl, Fabio Rampelli, del sindaco Alemanno. Poi, la circolare Gelmini. Oggi però, nonostante i termini per le iscrizioni per il nuovo anno scolastico siano ancora aperti, la Pisacane conta già l'87% di bambini stranieri. Questo significa che su 33 piccoli alunni che andranno in prima elementare a settembre, soltanto cinque saranno italiani. Il documento del Municipio (di centrosinistra) è stato giudicato «inopportuno e strumentale» dall'assessore capitolino alle Politiche scolastiche, Laura Marsilio. «Un accordo di rete, da noi sollecitato - spiega la Marsilio - prevede la presenza e la sottoscrizione di tutti gli enti locali. Non si comprende quindi perché il VI Municipio abbia indetto una riunione senza i rappresentanti istituzionali preposti e dopo pochi giorni da un incontro con tutte le parti dove sono state spiegate in modo chiaro le linee guida per l'applicazione della circolare del ministero». La questione, insomma, è politica. A dirlo i numeri. Sono infatti poco più di tremila i bimbi stranieri che frequentano le scuole dell'infanzia capitoline. Non è una gran cifra, si tratta solo del 9 per cento della piccola popolazione scolastica della Capitale. Il problema insomma non è numerico. La possibilità che il tetto del 30% riesca però ad evitare la nascita, o la sopravvivenza, di scuole ghetto è legata tuttavia anche alla volontà degli italiani, che dovranno riportare i propri figli nelle scuole di quartiere. L'integrazione infatti non può non essere «bipartisan».

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