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Traditi dalle impronte sui calici di champagne

La refurtiva recuperata dal commissariato Salario-Parioli

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Avevano arredato la loro villa sulla Casilina, con i tesori rubati negli appartamenti signorili nei quartieri Parioli e Salario, durante una raffica di colpi messi a segno sotto Natale. Quadri dell'800, argenteria finemente cesellata, tappeti persiani, oggetti d'antiquariato. E, nei bagni, persino tazze dei wc e bidet foderati con pelle di pitone. Si sentiva invincibile la famiglia di nomadi che agivano tutti insieme nei colpi sferrati alle case più lussuose. Talmente tanto sicuri che mentre razziavano gli appartamenti non si sono preoccupati di lasciare tracce. E, due giovani della banda, sono state arrestate perché tradite dalla loro voglia di festeggiare il primo dell'anno durante un furto messo a segno nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. La polizia del commissariato Salario-Parioli, diretto da Giuseppe Vuono, ha sgominato una banda di macedoni, un intero nucleo familiare, arrestando due donne, C.N di 19 anni e S.N di 21 e ha denunciato un uomo. I componenti della banda sono stati fermati nella loro villa sulla Casilina, con quattro dependance, poco fuori dal Gra dove vivevano tutti assieme. I componenti della banda avevano precedenti penali simili, erano ufficialmente senza occupazione ed in regola con i permessi di soggiorno. La Polizia è risalita alla due donne grazie alle impronte lasciate da queste ultime su due bicchieri durante un furto in una casa di via Lima effettuato dalla banda il 31 dicembre. Le due donne, infatti, dopo aver razziato l'appartamento hanno deciso di festeggiare l'arrivo del 2010 brindando a champagne. All'interno della villa di via Casilina la Polizia ha rinvenuto tele dell'800, borse firmate, oggetti di antiquariato, argenteria, pellicce e altri oggetti di valore che spesso venivano utilizzati dalla famiglia per arredare la villa le quattro depandance del giardino. Oltre a tappeti, orologi preziosi come Cartier e Rolex, borse griffate e altri oggetti di valore, il gruppo guidato dal dirigente del commissariato Vincenzo Vuolo ha rinvenuto due valige con banconote false, una con 500 euro e una con mille franchi svizzeri con i quali i macedoni probabilmente effettuavano operazioni di compravendita e piccole truffe. «Abbiamo fermato dei professionisti - hanno detto gli inquirenti - di un nucleo familiare che arriva a contare fino a 30 persone e il cui componente più grande, il padre, ha 44 anni. Gli arresti sono stati effettuati 2 giorni fa e il materiale rinvenuto sarà esposto sul sito della Polizia. Un patrimonio il cui valore non è stato ancora stimato ma che si aggirerebbe su diverse centinaia di migliaia di euro.

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