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Ladri in azione nella villa di Mexes

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Mexes

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Un colpo organizzato da settimane, forse mesi. Di certo i banditi sapevano che il giorno prima della partita contro il Catania all'Olimpico Mexes avrebbe dormito fuori per il consueto ritiro. Per questo erano sicuri di intrufolarsi indisturbati nella villetta del giocatore all'Infernetto mentre la moglie e i due figli piccoli dormivano: rubare quanti più oggetti possibile sarebbe stato, a quel punto, un gioco da ragazzi. Né è da escludere che i ladri abbiano avuto la complicità di qualcuno, magari un basista, che in qualche modo sia riuscito a ottenere perfino una copia della chiave della porta d'ingresso. Un'ipotesi, questa degli inquirenti, che nasce dal fatto che né sulle porte né sulle finestre risultano segni di effrazione. Ha tutta l'aria di esser stato un furto ragionato, studiato nei minimi dettagli, quello messo a segno la notte tra sabato e domenica nella casa dove il difensore della Roma Philippe Mexes vive con la moglie Carla e i due bambini. Sempre lì, in quella villetta a due piani all'interno del residence «I Triangoli», in via Wolf Ferrari, il calciatore subì quasi due anni fa un altro «colpaccio». Era una sera di luglio del 2008: anche allora il difensore francese si trovava in ritiro con la squadra a Trigoria. Sabato notte, Mexes è dovuto fuggire via dal ritiro per correre a casa dove a sorprendere i ladri è stata ancora una volta la moglie. Stava dormendo con i due bambini, intorno alle 2, quando sentiti alcuni rumori al piano inferiore ha acceso le luci ed è scesa per controllare. Carla ha fatto appena in tempo a vedere, di spalle, due uomini fuggire dalla porta principale e a dare l'allarme. Ai militari del Gruppo di Ostia, intervenuti per i rilievi, ha detto di averli visti di sfuggita, mentre correvano via. Erano vestiti di nero, la carnagione chiara: nessun altro indizio in mano agli investigatori che ora stanno ascoltando le donne delle pulizie e i guardiani del residence alla ricerca di un possibile basista del colpo. I ladri, spariti con due sacchetti di gioielli per un valore complessivo di diecimila euro - secondo le dichiarazioni dei padroni di casa - non avrebbero fatto del male né alla moglie del calciatore né ai due piccoli. Il difensore, rimasto con i carabinieri fino alle 4 del mattino, non ha potuto giocare il match, comunque vittorioso per i giallorossi, contro il Catania. A casa di Mexes c'erano anche una cugina e una nipote del calciatore. Mexes aveva il telefono spento, è stato il team manager Scaglia ad essere contattato dalla moglie intorno all'1.30. Scaglia ha accompagnato il giocatore a casa fino all'intervento dei carabinieri. I ladri hanno poi provato a rubare anche a casa di Menez, dove stava dormendo la fidanzata, ma non sono riusciti a mettere a segno il colpo.

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