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Carenze igieniche e lavoro "nero" nei locali della movida trasteverina

Piazza Trilussa

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Sono le vie della movida trasteverina. Le strade che la sera si riempiono di turisti e di ragazzi alla ricerca di un pub o di un ristorante. Ma molti non sanno quello che rischiano. A dimostrarlo è il blitz portato a termine con successo l'altra sera dagli agenti del commissariato Trastevere, diretti da Antonio Soluri, dagli ispettori sanitari e da quelli del lavoro. Bilancio finale: quattro locali proposti per la revoca della licenza e contravvenzioni per un totale di 80mila euro. Gli agenti, insieme a personale dell'Ispettorato del Lavoro e della Asl Roma/A, hanno controllato quattro locali in vicolo del Cinque e a piazza Trilussa. Nell'«anticucina» del primo, un ristorante, l'intonaco cadeva sull'area dove venivano preparati i piatti freddi, i frigoriferi erano obsoleti e non rispettavano la normativa, i dolci erano preparati dal personale e poi surgelati (cosa proibita). Inoltre, su quattro dipendenti italiani, due lavoravano in «nero». Nel secondo, un laboratorio artigianale già segnalato all'Asl, c'era al lavoro una sedicenne straniera sprovvista di documenti che, dopo essere stata riaffidata alla madre, è stata segnalata all'Ufficio Immigrazione della questura per regolarizzare la sua presenza in Italia. Nel terzo, poi, un altro laboratorio questa volta in piazza Trilussa, sono state riscontrate carenze igieniche nei locali dove veniva preparato il cibo. In più c'era un bengalese impiegato illegalmente e senza permesso di soggiorno e quindi sono stati disposti accertamenti per verificare la sua posizione in Italia. La scoperta ha portato anche alla denuncia del titolare per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, come è accaduto per il datore di lavoro della minorenne straniera. Il quarto, infine, sempre in vicolo del Cinque, aveva in comune con l'ultimo dei tre il laboratorio. Una «promiscuità» proibita dalla legge se si svolgono attività diverse. In questo caso, in uno venivano preparati dolci e nell'altro alimenti salati. Per tutti, come dicevamo, gli ispettori del lavoro e della Asl hanno proposto al Comune la revoca della licenza e multe per complessivi ottantamila euro.

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