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Forestale: "Un'area stravolta dalle ville"

I manifestanti di Riano sotto Montecitorio. Foto Gmt

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La Regione sta cercando una soluzione in grado di scongiurare lo sgombero delle 117 famiglie di Riano. Ma la procura di Tivoli non aspetta e va avanti, forte anche dei pronuciamenti del gip Cecilia Angrisano e della Corte di Cassazione che hanno confermato l'impianto accusatorio del pubblico ministero. La vicenda giudiziaria è iniziata sei anni fa. Per capire l'operato della magistratura è utile leggere quanto scrive la Forestale: «È un intero paese sorto dal nulla - spiega in una nota - costruito su 16 lottizzazioni per una superficie di 131 ettari, già stato sottoposto a sequestro preventivo nel dicembre del 2008. Nell'area, classificata come zona agricola, sarebbe stata consentita l'edificazione - prosegue la nota - correlata all'attività e allo sviluppo delle imprese agricole. Sono stati invece costruiti immobili che mancavano di ogni presupposto legato al processo di coltivazione dei terreni». Sempre secondo il Corpo forestale, gli interventi abusivi «hanno stravolto, rendendola ormai irriconoscibile, l'intera area. Oltre ai 117 edifici abitativi, sono state costruite recinzioni e strade ed effettuati interventi di urbanizzazione». L'operazione, una delle più vaste contro l'abusivismo edilizio condotte dalla Forestale negli ultimi anni, ha preso il via da un esposto, giunto nel 2004 al Comando Stazione di Castelnuovo di Porto del Corpo Forestale, che denunciava la costruzione abusiva delle villette. «La Procura di Tivoli, nel maggio dello stesso anno ha aperto un procedimento penale con l'ipotesi di reato di lottizzazione abusiva, delegando la Forestale come organo di polizia giudiziaria. Ciononostante, nel corso degli anni, sono stati completati gli atti di vendita delle villette ed eseguita la loro suddivisione catastale. Sono state inoltre presentate al Comune un centinaio di domande di condono edilizio per sanare la situazione, documentazione al vaglio degli investigatori». È passato un anno dal sequestro di fine 2008. E una soluzione in grado di scongiurare lo sgombero non è ancora stata trovata. La settima scorsa si è tenuto un vertice in Regione con il vicepresidente Montino dove è stato avviato un tavolo di lavoro con lo scopo di sondare le possibili alternative. Proprio lunedì è fissato il nuovo incontro. L'ipotesi che i tecnici stanno vagliando sarebbe quella di creare una società ad hoc che gestisca i terreni secondo la finalità originaria: quella agricola. Il Comune poi, d'intesa con la Regione, dovrebbe adottare una variante al piano regolatore in grado di «sanare la posizione dei residenti. Una corsa contro il tempo visto che nelle ultime due settimane la Forestale si è presentata gia due volte intimando i primi sgomberi. Intanto Legambiente invoca il massimo rigore: «Niente pasticci - chiede il presidente regionale Lorenzo Parlati - i cittadini vanno aiutati ma gli edifici illegali no. Sin dal 2004, quando è iniziata l'indagine, si sapeva del rischio abusivismo. Cosa facevano i rappresentanti delle istituzioni locali a quei tempi invece di tutelare i cittadini»?

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