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Menù regionali nelle scuole

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{{IMG_SX}}Non più cuoscous o riso basmati ma lasagna alla bolognese o ravioli al pesto. Sono i menù regionali in arrivo nelle scuole capitoline. E non è soltanto una questione di gusto. La scuola comunale sta cambiando volto. A presentare ieri l'introduzione nelle mense scolastiche dei menù regionali, il sindaco Alemanno, l'assessore alla Scuola, Laura Marsilio, il presidente della commissione Scuola, Antonio Gazzellone, lo chef Angelo Toiani e la nutrizionista de La Sapienza, Valeria Del Balzo. Centocinquantamila bimbi mangeranno una volta al mese un piatto tipico di Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Umbria, Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Una scelta selezionata dagli esperti che non solo conferma la qualità, ormai pluriennale, delle mense scolastiche ma un percorso didattico diametralmente opposto a quello precedente, che puntava sui menù etnici per costruire un percorso di integrazione. Ora, si punta invece a far conoscere prima di tutto il nostro paese. «La scelta dei piatti regionali - ha spiegato la Marsilio - dipende dalla stagionalità dei prodotti e saranno selezionati da un'apposita commissione. Far conoscere le nostre regioni nell'anno del 140° anniversario dell'Unità d'Italia, significa anche far capire ai bambini la ricchezza delle diversità e che l'integrazione tra i popoli è già avvenuta».   I piatti tipici verranno presentati con piccole lezioni con riferimenti geografici, cenni storici, tradizioni delle regioni. Per i più piccoli, invece, la parte didattica viene rappresentata con il "gioco dell'oca" a forma di stivale. «Si tratta anche di un investimento sul made in Italy - commenta Alemanno - e questa è solo la prima tappa del nostro progetto alimentare, istituiremo infatti anche le fattorie didattiche e cercheremo di inserire le famiglie nei farmer market per un maggiore e più diretto contatto con i contadini».  

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