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Piano casa e un patto di ferro tra pubblico e privato

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Questii punti cardine di Renata Polverini, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione, per rilanciare l'edilizia. La Polverini, nell'ambito della «settimana dell'ascolto» ha incontrato ieri i costruttori romani nella sede Acer di via di Villa Patrizi. «Stiamo per elaborare un programma in cui il piano casa è molto importante. C'è un'emergenza abitativa: bisognerà far incontrare il pubblico con il privato, per dare risposte a chi ha bisogno di casa», ha spiegato la candidata Pdl al termine dell'incontro. Tra le priorità la Polverini ha inserito la formazione («Abbiamo parlato di quanto è importante il circuito formativo per le personalità all'interno delle aziende, per la formazione e la sicurezza sui luoghi di lavoro), sottolineando la necessità di «processi formativi mirati che la Regione, utilizzando anche i fondi europei, metterà in campo per i lavoratori immigrati» e di «regolamentare i lavori pubblici delle gare al ribasso». Il presidente Acer Eugenio Batelli si è invece soffermato sulla necessità di cambiare il fascicolo di fabbricato contenuto nel piano casa della Regione e bocciato dal governo: «Molto probabilmente, così come era previsto dalla legge regionale, era poco applicabile. Il risultato non garantiva cioè la sicurezza del fabbricato di per sé. È una faccenda molto complessa, anche alla luce di situazioni recenti di fabbricati crollati. Va rivista la logica del fascicolo di fabbricato». Batelli ha poi risposto alla Bonino: «Sfitta una casa ogni sette? Credo sia una valutazione ottimistica. Gli affitti in nero rappresentano un fenomeno che purtroppo è presente a Roma». La Polverini, ha quindi spiegato le proprie priorità: «rinegoziare il deficit della sanità col Governo, accorpare le Asl istituendo un sistema di controllo. Dobbiamo valorizzare quelle aree che hanno un enorme potenziale turistico-culturale che sono state abbandonate nel corso degli anni. Penso al Terminillo e ai 360 chilometri di coste», sottolineando la necessità «di un rilancio dell'occupazione e dell'economica sfruttando il sistema Regione evitando che le altre province si sentano schiacciate da Roma capitale».

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