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Non decolla la raccolta a domicilio

Raccolta differenziata

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Cattivi odori negli androni dei palazzi, ritardi nel ritirare i rifiuti, mancanza di informazione. Tra lamentele, richieste di chiarimenti, intenzioni di ricorrere alla class action contro il Campidoglio, stanchi dei troppo disservizi, molti residenti interessati dal nuovo modello porta a porta avviato dall'Ama nel centro storico considerano il primo mese e mezzo di sperimentazione «un vero e proprio disastro». Migliaia di famiglie coinvolte (17.300 solo nel centro storico tra piazza del Popolo, il lungotevere fino al Portico d'Ottavia, piazza Venezia, la zona circostante al Quirinale, via due Macelli, il Tridente, il rione Trevi e Trinità dei Monti), oltre tre quartieri del I municipio Aventino, San Saba e Testaccio, per il nuovo modello di servizio, che ha detto addio ai cassonetti e alla spazzatura lasciata agli angoli delle strade e punta ad incrementare la raccolta differenziata. Per l'Ama il servizio funziona e ha già prodotto importanti risultati, ma basta farsi un giro nei quartieri dove il servizio in questione è partito per raccogliere le più svariate testimonianze: uomini, donne, anziani e giovani coppie che raccontano di «non aver ancora ricevuto il kit per la raccolta dei rifiuti», tanto meno il materiale informativo, «che la raccolta degli scarti alimentari effettuata tre volte alla settimana crea il disagio di avvertire odori sgradevoli negli androni dei palazzi». «Venga a sentire di persona - lamenta la signora Di Maggio residente in un condominio di via del Babuino - le pare il caso che dobbiamo stare in queste condizioni un giorno sì e uno no?». In zona Tritone, raccontano diversi residenti, i sacchetti promessi dall'Ama per la raccolta differenziata non sono ancora arrivati e non tutti hanno ricevuto il materiale informativo così da «non avere idea di come dobbiamo comportarci per buttare la spazzatura», dice Giovanni Angelucci che abita in via del Tritone. E poi c'è la questione dei punti di raccolta dove gettare il materiale non organico che a detta soprattutto degli anziani «sono troppo lontani dai portoni». Perché è vero che per buttare plastica, carta, vetro e metallo in determinati giorni della settimana l'Ama ha installato furgoncini di varie dimensioni a circa 100 metri di distanza da ogni numero civico, ma è anche vero che se non ci si affretta ad arrivare per primi quando il contenitore è pieno bisogna passare a quello successivo e, inevitabilmente, la distanza dal proprio portone aumenta. Quanto al ritiro degli scarti alimentari e organici Francesco, 72 anni, che abita in via delle Colonnelle in pieno centro storico lamenta che «gli orari non vengono sempre rispettati dagli operatori e capita non di rado che passino oltre l'orario stabilito (le 13) così che nell'androne del palazzo i rifiuti sono depositati a terra perché i contenitori sono pieni fino all'orlo visto che sono svuotati solo tre volte alla settimana». Il coordinamento residenti del centro storico sta valutando di avviare una class action per chiedere al Campidoglio di fare provvedimenti in grado di ripristinare una corretta raccolta dei rifiuti. Così come è stata concepita, infatti, per i residenti proprio non va. Pur ribadendo, nella maggior parte dei casi, che «non si tratta di essere contrari al porta a porta, anzi. Ma solo di rivedere un sistema che dati i disagi registrati non funziona e deve essere aggiustato». Sotto accusa anche il sistema di informazione predisposto dall'azienda per rispondere alle domande dei cittadini. Saverio Simoncini risiede in via Giulia e racconta di avere più volte contattato il numero verde per sapere dove doveva portare i sacchi con la plastica o la carta, «senza ottenere risposte precise dall'operatore – spiega - se non che potevo collegarmi al sito Internet dell'Ama e trovare quello che cercavo nella sezione dedicata al porta a porta. Ho fatto presente di non avere Internet e mi sono sentito rispondere che gli dispiaceva ma che al telefono non potevano fare di più».

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