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Ancora roghi al Casilino 900

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Il portavoce dei nomadi: stufa dimenticata accesa non una vendetta

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.Le fiamme avrebbero interessato 5 baracche nelle vicinanze di via Palmiro Togliatti, in una zona non più abitata perché già sgomberata. I vigili del fuoco sono intervenuti con cinque squadre per evitare che l'incendio si propagasse al vicino autodemolitore. Nonostante ciò, il denso fumo sviluppatosi dagli olii dei vecchi motori di cui era intriso il terreno ha fatto fare un salto nel passato ai residenti, quando convivevano con l'inquinamento causato dai falò dei rom. E ha creato problemi alla circolazione, con code e un incidente: per la scarsa visibilità un centauro ha perso il controllo della moto e dopo aver tamponato un altro veicolo è caduto. L'uomo non è rimasto ustionato, come era circolata voce, ma ha riportato la frattura di una spalla. «A causare il rogo è stata una stufa dimenticata accesa da alcuni abitanti che oggi (ieri, ndr) sono stati trasferiti - ha detto il portavoce di Casilino 900, Nayo Azdovic - Quanto avvenuto non è un evento premeditato, né di intolleranza, né di vendetta. Il trasferimento prosegue in un clima di serena collaborazione». Anche i pompieri parlano di causa accidentale. Inizialmente, invece, il fatto che la zona interessata dal rogo fosse già vuota, e i malumori che sono serpeggiati sia tra chi ha lasciato il campo a malincuore, sia tra i nomadi non inseriti nelle liste provenienti dalla Campania, avevano contribuito a sollevare il sospetto di una «vendetta» nel primo caso, di una «rivendicazione» nel secondo. «Se fosse accertato bisogna scoprire i colpevoli e usare la mano pesante - ha detto il presidente della Commissione Sicurezza del Comune Fabrizio Santori - a Roma ci sarà posto solo per chi rispetta le regole».

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