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Se la città diventa un inferno per colpa della sosta selvaggia

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Immaginiindimenticabili quelle girate da Federico Fellini cinquant'anni fa per l'ingresso a Roma dal grande raccordo anulare. Un mare di macchine, di camion (si chiamavano così allora i tir), di carretti, sotto un diluvio universale. Il grande regista è su un'automobile sopra cui è montata la cinepresa. Si procede a passo d'uomo tra prostitute, cantieri abusivi, fabbriche di lampadari e falò improvvisati. A un certo punto, sulla corsia d'emergenza dell'autostrada compare un cavallo bianco al galoppo che blocca del tutto il traffico. La scena, che più «felliniana» di così non si può, è girata dal vero e riproduce una situazione al limite del fantastico, perdonabile giusto a un animale, ma intollerabile per il malcostume che purtroppo molto spesso gli automobilisti romani praticano disinvoltamente. Ad osservare infatti la situazione attuale del traffico e della circolazione per le strade della città, sembra proprio che in mezzo secolo le cose non siano cambiate granché. Anzi, a ben guardarle oggi si dovrebbe concludere che, sulla base dell'esperienza quotidiana, sembra proprio che siamo un popolo di santi, poeti, navigatorià e furbetti avvezzi al malcostume automobilistico. Girare in macchina per Roma, si sa, è un'impresa da titani. Oltre alle quasi quotidiane manifestazioni di ogni genere e colore che invadono il centro storico e non solo, a rendere la guida un percorso ad ostacoli ci si mettono i lavori in corso, le buche, i segnali stradali malmessi o cambiati d'improvviso, le file, gli incidenti e, dulcis in fundo, il modo tutto «romano» di circolare. Sì, perché per molti nostri concittadini è abitudine, per non dire regola, parcheggiare in seconda fila, chiudere la macchina e magari andare a mangiare, o ancora parcheggiare al posto degli invalidi e far finta che non ce ne siamo accorti, o percorrere tranquillamente la corsia riservata agli autobus, anche se non si è autorizzati. Siamo andati allora a buttare un occhio nell'ora di punta, in un giorno feriale, in giro per la città, fermandoci in due strade, non proprio secondarie, nel centro di Roma: via Nazionale e via Veneto. Ne è scaturito un reportage fotografico di «mostruosità» da incorniciare. In entrambe le vie ci sono i varchi della zona a traffico limitato e ambedue sono percorse da corsie preferenziali sia a scendere che a salire, ma questo non scoraggia affatto gli intrepidi automobilisti. Sono infatti parecchi quelli che attraversano le telecamere a infrarosso senza il relativo permesso: alcuni di loro, pochi, sono probabilmente degli ignari malcapitati. Tutti gli altri abusivi, incuranti delle sanzioni, sono solo trasgressori incalliti. Ma il bello viene una volta entrati nella Ztl! Qui la galleria degli orrori è infinita. C'è chi ha parcheggiato il furgone sulla corsia preferenziale riservata ai mezzi pubblici e se n'è andato, sicuro dell'assoluta impunità avendo acceso le quattro frecce di emergenza. C'è chi invece, scrupoloso (!), per non intralciare troppo il traffico è montato con due ruote sul marciapiede. C'è ancora chi lascia la macchina in terza fila «solo per un attimo». Ma la fantasia dei trasgressori romani è senza limiti e contempla le fattispecie più incredibili, come quello che parcheggia a via Veneto in contromano, o la signora che in attesa che si liberi un posto nel parcheggio blocca il traffico per cinque minuti dando segni di impazienza per le proteste degli automobilisti. Ner. Sto.

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