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Addio scuole ghetto

Alcuni bambini, figli di immigrati, entrano nella scuola

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Immigrati nelle scuole. Si riparte da dove tutto cominciò: dalla scuola Carlo Pisacane di Torpignattara. Quartiere Prenestino. La posa della prima, fondamentale "tegola" del tetto del 30 per cento di alunni stranieri nelle classi italiane, deciso dal ministro Gelmini, viene proprio dalla scuola di una delle periferie a più alto tasso di immigrazione della capitale: 8 alunni stranieri su dieci. Il grido d'allarme lanciato dalle mamme italiane del quartiere è stato raccolto dall'assessore capitolino alla scuola, Laura Marsilio e dal deputato Pdl, Fabio Rampelli. Lo stesso sindaco Alemanno fece un appello alla Gelmini proprio per introdurre una "quota" di alunni stranieri a garanzia di una giusta integrazione. Ora la «rivoluzione» sta per partire. Ad annunciare come verranno applicate le nuove regole alle scuole dell'infanzia comunali, la stessa Marsilio che punta dritto al regolamento regionale e fissa a cinque il numero di alunni stranieri per classe e rinnova l'impegno alle politiche di sostegno all'integrazione, come i mediatori culturali e il progetto "fratelli d'Italia" per l'insegnamento dell'italiano ai genitori stranieri. Progetti fortemente voluti anche dai consiglieri aggiunti in Campidoglio. Resta però il nodo su come arrivare e su come far rispettare il tetto del 30%. «Per quanto riguarda le linee di indirizzo dell'assessorato - spiega la Marsilio - puntiamo al rispetto di quanto sancito dal Regolamento della scuola dell'Infanzia che prevede la presenza, dove possibile, di 5 bambini per classe. Dove invece si presenterà una concentrazione più ampia di alunni stranieri, promuoveremo accordi di rete con i Municipi. Stiamo poi lavorando per un protocollo d'intesa con l'Ufficio scolastico regionale, che garantirà il rispetto delle nuove regole, per l'attuazione della regolazione dei flussi di iscrizione dei bambini delle scuole dell'Infanzia sia statali sia comunali». La novità più importante è comunque quella che istituisce il Gis, Gruppo integrazione per la Scuola composto da funzionari dei servizi integrativi, dirigenti scolastici, psicologi, per un confronto e per delle proposte per una migliore integrazione. Un punto però va chiarito. Se i bambini immigrati dovranno iniziare a frequentare classi diverse, anche i bambini italiani dovranno tornare nelle scuole di quartiere. Per "abbassare" la quota di stranieri infatti occorre alzare quella degli italiani. Soddisfatto per la battaglia vinta anche il consigliere aggiunto Madisson Godoy Sanchez. Lui, come gli altri rappresentanti delle comunità straniere sono stati promotori di nuovi progetti di integrazione e a favore della quota stranieri nelle classi. Una quota che riguarderà, per il Comune di Roma, anche i nati in Italia. «L'integrazione è un fatto soprattutto culturale - spiega la Marsilio - per questo il regolamento sancisce comunque il tetto massimo del 50% di stranieri in classe, anche se nati in Italia».

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