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S'indaga su un gruppo di rampolli romani

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Almomento, tuttavia, il procedimento penale aperto dalla Procura di Viterbo resta contro ignoti. La giovane neolaureata, ascoltata lunedì dal capo della Squadra Mobile viterbese Fabio Zampaglione, in trasferta a Roma, avrebbe ribadito di ricordare solo flash di quanto accaduto in una stanza del castello. Cioè che qualcuno, approfittando del suo stato di semi incoscienza causato dall'alcol, avrebbe abusato di lei. Sembra però accertato clinicamente che non sia stato consumato un atto sessuale. Un particolare che non intacca l'eventuale accusa di violenza sessuale nei confronti degli eventuali responsabili. Gli investigatori hanno acquisito gli indumenti della giovane che ieri sono stati sottoposti ad accertamenti tecnico-scientifici. Iera mattina, inoltre, sono stati inviati alla Scientifica altri reperti, tra cui i cuscini del divano su cui sarebbe avvenuta la violenza. Gli inquirenti sono anche in attesa dell'esito degli esami tossicologici eseguiti alla giovane al Sant'Andrea, che potranno chiarire se le siano state somministrati a sua insaputa stupefacenti e, in particolare, la "droga dello stupro", una sostanza incolore, inodore e insapore rivelabile solo con un apposito esame. Infine, si è appreso che la ragazza si era aggregata all'ultimo momento al gruppo di rampolli romani, molti dei quali di sangue blu, che hanno partecipato alla festa. Per questo il suo nome non compare, su Facebook, nella lista dei presenti, così come confermato dall'organizzatore della serata, Giovangiorgio Afan de Rivera Costaguti, figlio del proprietario del castello, anch'egli ascoltato insieme ad altri ospiti. Red. Cro.

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