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Via il Cie da Ponte Galeria e stop alle microbaraccopoli

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

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Il Cie di Ponte Galeria va chiuso al più presto e trasformato in un semplice punto di transito nel quadro più generale del piano nomadi che prenderà il via a gennaio. È questa la proposta che il sindaco Gianni Alemanno ha presentato ieri al ministro dell'Interno Maroni. I due si sono sentiti telefonicamente - come ha spiegato il primo cittadino - e hanno affrontato la questione del Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria. «Ho sollecitato il nostro progetto e la necessitò di mandare via il Cie», ha detto Alemanno visitando l'accampamento dove l'altra notte è morta carbonizzata una giovane romena. Sul piano nomadi il sindaco ha poi precisato: «La sua attuazione entrerà in una fase attuativa a gennaio con lo sgombero del Casilino 900 e prossimamente di tutti i microcampi». Il sindaco ha poi ribadito, rivolgendosi al governo, che «abbiamo bisogno di più strutture attrezzate che stiamo cercando di ricavare dalle caserme che sono state date dal Demanio. Inoltre abbiamo bisogno di trasformare Ponte Galeria in un punto di transito che ci permetta di fare opere di bonifica su tutto il territorio. A Roma faremo un intervento sistematico per abbattere i microaccampamenti presenti - ha proseguito Alemanno - Trasferiremo le persone sgomberate in un centro di accoglienza, però abbiamo bisogno di strutture di emergenza». «Da gennaio - ha concluso il sindaco - speriamo di dare risposte sistematiche in maniera tale da abolire questa vergogna dei microcampi». Per quanto riguarda la giovane morta carbonizata l'altra notte, a causare il rogo nel campo sull'Ardeatina sarebbe stato un semplice incidente. Anche se il medico legale non ha potuto accertare eventuali segni di violenza per via delle pessime condizioni del corpo, per gli investigatori la posizione in cui è stato trovato il cadavere, adagiato su una brandina, fa supporre che la vittima sia stata raggiunta dalle fiamme mentre stava dormendo. La ragazza si chiamava Andreia, aveva 18 anni e faceva la badante. Viveva in quella baracca circondata da sei alberi col fidanzato, suo connazionale, ascoltato nella notte dai militari. Il giovane era in un'altra baracca a parlare con altri romeni quando è divampato l'incendio. Andreia è stata ritrovata adagiata sulla brandina sulla quale era andata a dormire, rannicchiata sotto le coperte. Di lei e della baracca sono rimaste solo quattro sbarre di ferro, un lucchetto con una catena, resti di una sedia bruciata e la rete del letto. La baracca si trovava all'interno di un microaccampamento che sorge su di un fosso in un terreno privato sull'Ardeatina. Nella baraccopoli vivevano dieci romeni, sei uomini e quattro donne, tutti di età compresa tra i 34 e i 35 anni. Oggi il campo verrà sgomberato.

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