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L'assistenza ospedaliera si trasferisce a domicilio

Sanità

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Al San Giovanni arriva la telemedicina. È stato inaugurato ieri il nuovo reparto di «medicina virtuale» dell'azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata. Da oggi i pazienti con problemi cardiologici, ulcere vascolari, crisi ipertensive e patologie terminali, potranno essere assistiti stando a casa. Un servizio che vuole essere un'alternativa al ricovero ospedaliero senza rinunciare all'eccellenza della diagnostica e del trattamento. Una volta selezionato il paziente, tra quelli che si presentano al pronto soccorso, e aperta una cartella clinica digitale, il malato riceverà una valigetta. Al suo interno il kit per l'autodegenza. Sarà infatti lo stesso paziente a monitorare i propri valori. Un elettrocardiografo, un pressurimetro, un glucometro per controllare la glicemia, un saturimetro per monitorare il valore dell'ossigeno nel sangue, una videocamera per inviare immagini e un palmare per poter essere in costante contatto con l'ospedale. Tramite «computer manuale» il malato potrà inviare da casa i risultati all'ospedale che controllerà le analisi e comunicherà, tramite computer o telefono, le terapie da seguire. Dal 2008 sono stati 339 i pazienti trattati dal centro servizi di telemedicina del San Giovanni. Il centro, composto soprattutto da infermieri, è il vero e proprio punto di riferimento per il paziente. Ogni giorno il personale farà il «giro visite» come se fosse in corsia inviando un messaggio sul palmare del paziente. Un servizio che ha la capacità di controllare sistematicamente l'andamento della degenza del malato. «Il paziente sentendo il fiato sul collo del personale ospedaliero - spiega il dirigente responsabile del pronto soccorso cardiologico del San Giovanni, Giorgio Scaffidi - è costretto a fare tutti gli accertamenti quotidiani». Rispondere tempestivamente alle esigenze diagnostiche e terapeutiche di cittadini distanti dalle strutture sanitarie, o comunque impossibilitati a muoversi, fornire una risposta efficace ai malati cronici o agli anziani e un supporto indispensabile nelle urgenze, favorire l'aggiornamento scientifico e il collegamento interattivo tra medici con condivisione dinamica d'informazioni, quali cartelle cliniche digitali, tracciati diagnostici, immagini biomediche e consentire una concreta interrelazione tra le strutture minori più deboli e quelle maggiori o specialistiche. Questo il modello organizzativo di telemedicina pensato dal San Giovanni che permette di ridurre i costi aziendali e aiutare a ridurre il debito sanitario della Regione. Secondo i dati forniti ieri sono 8,7% i pazienti che, dopo essersi rivolti al Dea, possono essere assistiti con la telemedicina. Dati che, se aggiunti ai 350 ricoveri e 66 giorni di media in meno di degenza, assieme alla riduzione di 82 accessi al pronto soccorso, arrivano a costituire un risparmio che si aggira intorno ai 750 mila euro per la Regione negli ultimi due anni. In considerazione degli ottimi risultati raggiunti con il servizio offerto, sono state aperte anche delle postazioni di telemedicina multipaziente, presso la casa alloggio comunità di Sant'Egidio, a Trastevere, per poter controllare con un'unica postazione un numero illimitato di pazienti ed effettuare anche teleconsulti specialistici. Infine, grazie ad un accordo con il garante dei detenuti della Regione Lazio, tale soluzione sarà a breve applicata anche in alcune carceri.

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