«La cintura? No, guardi, non la posso proprio portare.
«No,non potevo fermarmi allo stop! Andavo veloce? E certo, sono un investigatore privato, stavo facendo un inseguimento, mica potevo rallentare!». E poi, ancora: «Lo posso giurare: quella macchina fino a un secondo fa non c'era! Altrimenti le pare che non mi fermavo allo stop?». Sono solo alcune delle scuse più strampalate che gli automobilisti, sempre più fantasiosi, accampano coi vigili per evitare una multa. Le più simpatiche sono raccolte nel calendario della Polizia Municipale del XIII Gruppo, arrivato quest'anno alla sua seconda edizione e presentato ieri mattina nella caserma di via Capo delle Armi, a Ostia. Il tema, appunto, le scuse cui si sono trovati davanti gli agenti mentre fermavano gli automobilisti ad un posto di blocco oppure mentre elevavano una contravvenzione per una sosta vietata. «Da quando in qua non si può parcheggiare sul marciapiedi? Non vedo un cartello che lo vieti». «Ho parcheggiato in doppia fila ma dovevo entrare solo un secondo nel negozio» si è giustificata una signora uscita dal parrucchiere coi bigodini in testa. Ma ad arrampicarsi sugli specchi per evitare la multa non sono solo gli italiani: anche gli immigrati si sono organizzati a dovere per camuffare la propria condizione di clandestini. Alla richiesta dei documenti molti vu' cumprà hanno presentato ai vigili un foglio, scritto completamente in arabo, sul quale campeggia una scritta che ha poco di credibile: «Tutu di rigulare».