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Agro romano, sulle tutele è scontro Montino-Giro

Esterino Montino (Foto GmT)

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Vincolo sì, vincolo no. Anche ieri è stata una giornata di annunci e smentite in tema di tutele al Piano territoriale paesistico regionale e di conseguenza al Prg capitolino. Dallo scontro tutto interno al Pdl tra Alemanno (An) e la premiata ditta Bondi-Giro (Fi) si è tornati a quello "bipolare" destra-sinistra. Da una parte il vice presidente del Lazio Esterino Montino, dall'altra il sottosegretario ai Beni culturali Francesco Giro che proprio giorni fa, alla domanda de Il Tempo se fossero vere le indiscrezioni sulla possibilità dell'apposizione di nuovi vincoli su aree agricole nel quadrante Nordovest del Comune, aveva risposto con un «nì» che non lasciava ben sperare. Ieri Montino è tornato a fare la voce grossa confermando, ma sempre «per sentito dire», la volontà del Mibac di apporre quei vincoli su un territorio compreso tra Cassia e Aurelia, fino ai confini con il Comune di Bracciano. Notizia smentita da Giro, questa volta, con un secco «no». Il sottosegretario, che ora non sembra gradire l'idea di passare da "uomo nero", ha aggiunto, seccato, «quelli di Montino sono solo proclami elettorali» in vista, aggiungiamo noi, delle regionali di primavera. Ieri, però, Montino, riferendosi al vincolo che riguarda l'area compresa tra Laurentina e Ardeatina, procedimento in avanzata fase di discussione in sede ministeriale - anche se al Mibac c'è stata una sola riunione durante la quale, come ricorda l'assessore all'Urbanistica capitolino Marco Corsini, «si è parlato di stadi» - Montino, dicevamo, ha ribadito l'intenzione della Regione «di presentare ricorso». Ma ricorso a che - domanda - se l'apposizione di quel vincolo da 1 milione e 540mila metri cubi non è ancora stato ufficializzato dal Mibac? Proprio pochi giorni fa, infatti, Regione, Comune e privati hanno depositato al Ministero le osservazioni alla proposta di vincolo. Ora il Mibac dovrà controdedurre e decidere se dare il «la» o meno al decreto. La nuova alzata di voce di Montino, a soli due giorni dalla consegna delle osservazioni, suona quindi stonata. Con il prossimo cambio della guardia in Regione, inoltre, l'ipotesi ricorso - che non potrà che essere fatto alla Corte costituzionale - è destinata a perdere significato. Se vincoli saranno, saranno di certo un problema del prossimo governatore del Lazio. Per questo anche il Comune - nella persona dell'assessore Corsini - aspetta e spera criticando le posizioni del Mibac non tanto sul metodo, «il ministero è disponibile al confronto», quanto sul merito: «la concertazione non è ancora iniziata». Del resto, in caso di vincoli, il danneggiato Campidoglio avrebbe le mani legate. Al massimo potrebbe rivolgersi al Tar. È normale quindi che lo scontro - o meglio la farsa - si sposti ora tra Regione e ministero dei Beni culturali. Così, mentre loro si scannano, i costruttori accendono ceri a San Vincenzo Ferrer, protettore degli edili. E visto che da qui alle elezioni ci passano 4 mesi, viene loro anche il dubbio che le norme di salvaguardia nel frattempo decadano e con esse la possibilità di apporre vincoli. Un sospiro di sollievo per la città, certo, ma anche una beffa: un anno perso dietro alla solita politica.

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