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"Era sempre aggressiva, anche con le amiche"

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Il transessuale Brenda trovato morto nel suo monolocale

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Fin dal giorno della morte della trans Brenda, le amiche hanno detto di essere terrorizzate. Di aver paura di fare la sua stessa fine. Avevano anche scelto di non lavorare per un po' per evitare di far entrare in casa sconosciuti «pericolosi». Le transessuali che vivono sulla Cassia per giorni hanno urlato il loro timore, e alcune hanno anche dato ipotesi su quello che può essere accaduto a Brenda e cosa ci possa essere dietro lo scandalo che ha colpito il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo. In via Pirzio Biroli, distante poche centinaia di metri da casa di Brenda, poche ore dopo la sua morte, la transessuale Barbara ha ripercorso gli ultimi momenti trascorsi con lei, prima che fosse scoperto il cadavere. «Eravamo sedute su un muretto a bere whisky, come facevamo quasi tutte le sere. Alle nove mi ha salutata, dicendomi che andava a casa: aveva con sé un'altra bottiglia di whisky». Barbara aveva ricostruito anche la vita dell'amica. «Aveva un carattere aggressivo da sempre, si arrabbiava spesso. Prima di venire in Italia è stata più volte in carcere in Brasile. Erano tre-quattro giorni che non dormiva e quindi aveva deciso di prendere per addormentarsi il Minias. Riusciva a bere anche quattro bottiglie di alcool al giorno. Una volta ha aggredito una transessuale in casa puntandole un coltello alla gola, portandosi via tutti i suoi soldi. Quando era lucida, però, riusciva ad essere anche molto dolce e sorridente. ma ultimamente molte volte aveva atteggiamenti aggressivi». Secondo l'amica Barbara, Brenda non aveva nessuna intenzione di tornare in Brasile: «Non ci pensava proprio, mi ha sempre detto che amava l'Italia e che nel suo Paese non sarebbe più tornata. Ai suoi parenti mandava parte dei soldi che guadagnava, ma lì non ci voleva tornare. La valigia preparata in casa l'aveva fatta perché era stata sfrattata, da tre mesi non pagava più l'affitto, circa 600 euro, e il proprietario le aveva detto di andare via. Si stava trasferendo in un'altra casa, sempre qui a Roma. Non era la prima casa che prendeva in affitto. Anzi, ne aveva cambiate diverse in sei anni. Questo doveva essere il suo ultimo trasloco». In quei giorni le transessuali avevano raccontato di aver paura di un gruppo di romeni che spesso gira per le vie della Cassia. «Sono 4-5, ci picchiano e ci rapinano da tempo». Alcuni romeni, hanno detto le brasiliane, abitano anche a poca distanza dal palazzo dove è morto il transessuale coinvolto nello scandalo Marrazzo. «C'è una banda di romeni che gira da qualche settimana con un'auto blu, che picchia e rapina i trans», aveva raccontato anche Alessia, un transessuale che conosceva bene la vittima.

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