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Brenda, ora la madre rivela

La madre di Brenda con l'amica del transessuale deceduto

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Scambi di messaggi via Internet tra Brenda in Italia e i familiari in Brasile. Questa mattina saranno al centro dell'incontro a Palazzo di giustizia tra il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e la madre del trans morto per asfissia la notte del 20, nel suo appartamento in dei Due Ponti, alla periferia nord della capitale. La tragedia è ancora un mistero. Ma dal colore giallo: gli inquirenti infatti hanno aperto un fascicolo d'inchiesta ipotizzando l'omicidio volontario. «Riteniamo che la mamma e la zia di Brenda - spiegano gli avvocati Nicodemo Gentile e Walter Biscotti - possano avere elementi utili per gli investigatori. Ci sono degli scambi informatici tra Brenda e i parenti che certamente possono essere utili. La madre - sottolinea l'avvocato Gentile - vuole giustizia e verità per Deu, così lo chiamava il figlio, perché spettano a tutte le persone a prescindere dal loro status. Questa è la sua richiesta forte ed è venuta a dirla alla Procura - aggiunge l'avvocato - Non ha idea di cosa sia successo. Stiamo attendendo il via libera dei medici legali per il rimpatrio della salma. I risultati degli esami istologici e tossicologici non sono ancora pronti. I medici legali ci diranno quando sarà possibile ottenere il via libera al successivo seppellimento». Per la signora Azeneta Mendes Paes e la sorella, ieri mattina è stato il tour del dolore. Accompagnate dai due avvocati e una interprete, intorno alle 9 sono state ricevute al Consolato del Brasile, in piazza Navona. Dopo mezz'ora sono state condotte portate negli uffici della Prefettura in via Ostiense, per avviare la documentazione necessaria per il rimpatrio della salma. Alle 12,30 le due donne sono giunte in via dei Due Ponti, circondate da una folla di telecamere e macchine fotografiche. Ad accoglierle gli altri transessuali brasiliani che conoscevano Brenda: China, Camilla, Barbara, Alessia. Strette tra di loro, le due donne si sono incamminate sulla salita che porta alla palazzina F e sono salite al piano. La signora Azeneta aveva con sé un mazzo di fiori bianchi. Li ha deposti davanti alla porta rossa dell'interno 1F, dove la notte del 20, per cause ancora da chiarire, si è sviluppato un incendio che lentamente ha divorato valigia e materasso al piano terra del monolocale di 18 metri quadrati, sviluppando fumo nero intenso che ha invaso l'appartamento e ucciso Brenda, trovata alle 4,33 distesa a terra accanto al letto sul soppalco. La mamma del trans ha avuto il tempo di una preghiera. Ma recitata in fretta. Gli obiettivi erano dappertutto, e nonostante i due avvocati abbiano cercato di fare muro per garantirle un po' di raccoglimento, la pressione mediatica era tanta. Dopo quella manciata di pensieri davanti al luogo della tragedia, il plotone di parenti, avvocati e trans si è diretto a casa di China, al terzo piano della palazzina accanto. Hanno parlato per un'altra mezz'ora scarsa: per fare il punto della situazione, confrontarsi sulle cose da fare nei prossimi giorni e quelle già dette dagli amici di Brenda. Poi madre e zia si sono trasferita all'obitorio del policlinico Gemelli. È lì che le due donne hanno rivisto e accarezzato Brenda. Davanti al suo corpo il lutto ha preso forma, il dolore non ha avuto freni. Ora la madre chiede giustizia.

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