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Bertone (Cisl): solo investendo si esce dalla crisi

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.La sola via d'uscita per evitare tensioni sociali è investire. Sulle infrastrutture, soprattutto. È questa la ricetta di Mario Bertone, 60 anni, una vita nel sindacato e dal 6 ottobre scorso segretario generale romano della Cisl. Bertone, Fiumicino è l'ultimo episodio di una lunga serie di agitazioni. «I lavoratori si sentono ormai tutti precari. Per questo chiedono al sindacato trasparenza e tutela, anche quando lo criticano è perché sono legati al sindacato. Detto questo, siamo arrivati ai minimo storici. La cassa integrazione ha avuto un vero e proprio boom, soprattutto per la crisi Alitalia. Ma è sempre meglio la cassa integrazione, anche in deroga, che la mobilità». Come si esce dalla crisi? «Investendo. Ha ragione il presidente Uir Regina nel sollecitare investimenti importanti per le infrastrutture. Solo così si rilancia il territorio, a partire proprio dall'aeroporto di Fiumicino». E poi? «Prendendo atto di un fatto: Roma non è più la Capitale della burocrazia. Si è trasformata: è industria, terziario. È uno dei poli industriali più importanti del Paese, soprattutto per il suo hinterland. Penso a Pomezia, Colleferro, Castelli Romani». Tutti poli in crisi «A Colleferro l'Arc fabbricava airbag ed è in difficoltà per la crisi dell'auto; l'Alstom è stata comprata dai francesi con le commesse pubbliche per i treni: finite quelle è andata in malora. Il polo farmaceutico di Pomezia risente della riorganizzazione del sistema sanitario: se si taglia la spesa farmaceutica si taglia la ricerca. In ogni caso delle vie d'uscita ci sono, a Colleferro si possono sfruttare la logistica, i centri commerciali, le vie di comunicazione e la vocazione industriale del territorio». La crisi comporta agitazioni e cortei... Roma non ne può più. Come rispondete? «Che bisogna rispettare i cittadini. Ma Alemanno deve ricordare che abbiamo già un protocollo sui cortei firmato recentemente e che prevede momenti di verifica. Possiamo discutere su alcune modifiche, siamo disponibili a individuare percorsi e piazze, ma senza accettare prevaricazioni. Noi, come Cgil, Uil e Ugl, abbiamo sempre fatto manifestazioni e sit-in rispettando le norme. Che vanno applicate e fatte rispettare a tutti. Non solo ai sindacati».

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