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«Ridurre i disagi»

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PaoloTomei Ieri il sindaco Alemanno ha telefonato al questore di Roma e al capo di Gabinetto del ministero degli Interni per chiedere «che le misure di sicurezza per il vertice Fao siano studiate in modo da ridurre il più possibile i disagi per i cittadini». «Ho chiesto al Questore e al Ministero - ha spiegato il primo cittadino, il quale parlando di «bollettino di guerra», in merito alle manifestazioni degli ultimi giorni, aveva già lanciato sabato un ultimatum per rivedere il piano che regolamenta i cortei - una maggiore flessibilità e la massima sobrietà nell'organizzare le misure di sicurezza e le scorte per i Capi di Stato e di Governo che parteciperanno al vertice Fao». «Sabato - ha spiegato - si sono verificati gravi ingorghi stradali per la massiccia presenza di scorte e di sbarramento al traffico. Dobbiamo evitare che da oggi la città rimanga paralizzata. Comprendo la necessità di tutelare al massimo la sicurezza degli ospiti internazionali, ma sono convinto che questo non debba essere pagato con gravissimi disagi dei cittadini romani. Il questore e il prefetto mi hanno garantito il massimo impegno in questo senso - ha concluso - e da parte mia ho offerto la piena collaborazione del Comune e della Municipale». Ieri pomeriggio, intanto, il primo cittadino ha incontrato in Campidoglio il direttore generale della Fao, Jaques Diouf e non sono mancate, da parte del sindaco, critiche al documento che sarà presentato al summit. «Pur avendo buoni intenti - ha detto Alemanno - non sono stati posti obiettivi ambiziosi ma solo sfumati e non si danno risorse adeguate». «L'impegno - ha proseguito l'ex-ministro dell'Agricoltura - resta sempre quello di dimezzare entro il 2015 il numero di chi soffre la fame nel mondo ma manca la radicalizzazione nonostante ci sia un trend di crescita nei numeri». «Mi auguro che da oggi - ha concluso - ci sia una mobilitazione che dia più concretezza. Non si tratta di chiedere più soldi per lo sviluppo ma concentrarne di più sull'agricoltura», a cui, ad oggi, è destinato solo il 3% degli aiuti mondiali.

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