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«No al biotestamento di zona»

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Vicariato contro il registro allargato ai romani aperto in XI Municipio

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.Ma il presidente del Municipio XI Andrea Catarci "invita" tutti i romani, anche quelli che abitano lontano da San Paolo o Ostiense, a dettare le disposizioni di fine vita iscrivendosi al registro per il testamento biologico aperto da maggio presso gli uffici anagrafici locali, e da lunedì allargato a tutti. Il Vicariato di Roma ha criticato la decisione dell'XI Municipio, nonostante la decisione del Consiglio Comunale capitolino che aveva respinto la richiesta di istituire un registro cittadino per il testamento biologico. «Non è di sconfinamenti come questi, e di simili forzature che si avverte oggi il bisogno, quanto invece di una seria e approfondita riflessione sul valore della vita e sul significato della sofferenza e della morte» spiega il portavoce del Vicariato, Angelo Zema. Nel suo intervento, pubblicato oggi sull'inserto domenicale di Avvenire, "Roma 7", rileva anche la «mancanza di rispetto» verso il Parlamento da parte dei promotori dell'iniziativa, cui ricorda che il vero problema, semmai, è la mancanza di un'assistenza adeguata per «alleviare le sofferenze» dei malati terminali. Il colpo di mano per l'istituzione di un registro per il testamento biologico in Campidoglio era fallito miseramente sei mesi fa, l'11 maggio, quando il Consiglio comunale aveva bocciato, quasi all'unanimità (solo 5 sì e 26 no), la mozione dei consiglieri Maria Gemma Azuni (Gruppo Misto), Gianluca Quadrana (Lista civica per Rutelli) e Monica Cirinnà (Pd). Un voto bipartisan che avrebbe «dissuaso» anche «quei presidenti di Municipio che vogliono lanciare iniziative che invadono le competenze del Parlamento» aveva detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno. Ma il presidente dell'XI Municipio Andrea Catarci non ha sentito ragioni.

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