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Dvd contraffatti dalla camorra La Finanza arresta 40 persone

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Le strade di Roma portano alla camorra passando anche per i dvd contraffatti degli ultimi film del grande schermo. Lo hanno scoperto i militari della Guardia di finanza del Comando di Roma e del capoluogo partenopeo, in collaborazione con lo Scico, coordinati da Procura e Direzione distrettuale antimafia di Napoli. L'operazione partita all'alba di ieri ha movimentato un piccolo esercito: 650 finanzieri, 190 pattuglie e un elicottero. Il suo nome «Nuovo cinema camorra». Infatti è l'industria parallela dell'intrattenimento il settore dove gli uomini del clan Mazzarella avevano messo radici, attraverso un canale insospettabile: la contraffazione dei film in dvd. I numeri: 40 arresti, sequestrati beni per un valore di 20 milioni di euro, tra immobili (33), auto e moto (144), una barca, società (22), conti correnti e depositi bancari (85). L'indagine è partita nel 2006, col fermo di due senegalesi a bordo di un'auto in piazza Umberto Nobile, a Fiumicino, a ridosso dell'aeroporto Leonardo da Vinci. Trasportano 15 mila pezzi tra cd e dvd contraffatti destinati al litorale romano. I finanzieri del Gruppo Fiumicino del capitano Leonardo Ricci hanno inferto duri colpi al mercato nero della contraffazione. Decidono di mettere sotto controllo i telefoni degli africani. E arrivano al loro contatti partenopei, al clan del boss Gennaro Mazzarella e dei figli Francesco e Ciro. Loro sono dietro le sbarre, e la gestione degli affari (fino a ieri) passa alla moglie del patriarca, Anna Cirelli, in collaborazione con le nuore. C'è anche un altro affiliato a dare manforte. Si tratta di Salvatore Esposito, finito ai domiciliari presentando documentazione medica falsa, costruendo una cappella votiva nella sua casa vicino alla stazione centrale della città con la scritta «Per grazia ricevuta». I Mazzarella fanno un accordo coi Misso e i Sarno, pattuendo il versamento ai due clan di 25 mila euro ciascuno al mese in cambio del via libera per il traffico della contraffazione nel quadrilatero napoletano Mercato-Maddalena-Case Nuove-Porta Nolana. I Mazzarella creano un sistema che fa milioni a palate (usati per l'acquisto di armi e droga) e stritola nel terrore interi nuclei familiari, obbligati a rifornirsi dai camorristi dei loro dischetti e locandine da film, che poi i rivenditori abusivi piazzano sulle strade di quella fetta di Napoli: come faceva la rete di abusivi coi contrabbandieri di sigarette. Per avere un maggiore controllo, il boss Gennaro Mazzarella fa di più: chiede ai cinesi che sui dischetti che producono per lui siano impresse le lettere «GM», le iniziali del suo nome, come si fa sulle camicie. Per vigilare che tutto fili liscio e non ci siano traditori, i gregari del clan passano in strada a bordo di un'ambulanza (non è stata ancora trovata) intestata a una fantomatica onlus. Per ora l'incubo è finito.

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