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Ministeri «mangia» parcheggio

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Avolte non si trova il cartello con la P riservata, ma la striscia gialla invece è praticamente ovunque. Un prezzo che la Capitale deve pagare, si penserà. Uffici, dipartimenti, ministeri che orbitano dentro o intorno al Tridente rappresentano le due facce della stessa medaglia. Da una parte l'indotto economico e commerciale di decine di miliaia di dipendenti che vivono in centro, dall'altra la condivisione di uno spazio sempre più ristretto. Ecco allora che la «guerra» al parcheggio diventa impari se decine di posti vengono riservati alle autorità. Anzi alle «appendici» delle autorità, perché se per il ministro occorrerebbero due, al massimo tre posti auto non si comprende per quale motivo alcuni dicasteri abbiano dieci, se non venti posti riservati. E come tradizione vuole anche in questo caso ci sono «figli» e «figliastri». Ma entriamo nel particolare. Gli esempi più eclatanti sono quelli del ministero dei Beni culturali, con sede in via del Collegio romano e quello dei dipartimenti dei ministri senza portafoglio con sede a largo Chigi. A conti fatti è proprio il ministero di Sandro Bondi a battere ogni record con tre quarti della piccola via che collega piazza del Collegio romano, dal quale ne prende il nome e piazza Sant'Ignazio, riservati alla sosta «del ministro». Ci troviamo in uno dei punti più sensibili alla mancanza di parcheggi. E proprio qui i Beni culturali hanno dai 16 ai 20 posti auto riservati, a seconda ovviamente della grandezza delle vetture. Di questi almeno un paio sono chiusi con una sbarra che viene aperta in caso di carico e scarico merci. La fine della strada, circa dieci posti auto, è invece lasciata caritatevolmente alla sosta del comune cittadino, che ricordiamo se non residente, paga 564 euro solo per l'accesso alle Zone a Traffico Limitato. Ancora, qualche centinaio di metri più il là, a largo Chigi, dove l'area è riservata al posteggio dei taxi, hanno sede i dipartimenti dei ministri senza portafoglio, vale a dire Attuazione del programma, Pari opportunità, rapporti con il Parlamento, presidenza del Consiglio, riforme per il Federalismo. Questa enorme struttura, oltre ad affittare dei posti nei garage limitrofi, si è «presa» praticamente la sosta di tutta Santa Maria in Via, che è stata «divisa» in due: lato destro circa dieci posti auto riservati all'autorità dell'energia elettrica e del gas; lato sinistro, altri 8/10 posti agli uffici e alle autorità di largo Chigi. Non si comprende però con quale criterio ai Beni culturali siano stati riconosciuti quasi venti posti auto (quasi quanto il comando dei vigili urbani di Roma in via della Consolazione) mentre non superano i 5/6 posti riservati dicasteri anche più «corposi», come quello della Pubblica amministrazione in corso Vittorio Emanuele 116 (5 posti in piazza Vidoni), quello del Turismo in via della Ferratella in Laterano (5/6 posti) e quello del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, in via Veneto (4 posti). Ci sono poi quelli ancora più «sfortunati», con nessuno spazio riservato, come il dicastero allo Sviluppo economico in via Molise, Politiche europee, piazza Nicosia, rapporti con le Regioni nella piccolissima e affollatissima via della Stamperia. Nessun problema invece, se non i necessari spazi riservati per motivi di sicurezza, per Viminale, Trasporti, Giustizia, Esteri, Economia e Finanze, Politiche agricole, Istruzione. Tutti dicasteri con parcheggio interno. In questo caso insomma i privilegi non si scontrano con il diritto del cittadino a parcheggiare. (Foto Gmt)

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