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Forse non è soltanto una questione di ruoli.

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Adirlo, probabilmente sarà lo stesso Alemanno una volta che avrà chiarito quelli che sembrano essere, al momento, solo degli equivoci con il prefetto, ex generale Mario Mori. Martedì l'ultima missiva del prefetto non lascia più dubbi sul malessere venutosi a creare nello staff del sindaco. «Le comunico che non parteciperò a nessuna futura riunione se prima non addiverrò ad un chiarimento con l'on. Sindaco sulle mie attribuzioni». Così, Mori, responsabile del coordinamento per la sicurezza del Comune, ha annunciato che non avrebbe partecipato alla riunione, prevista ieri, e dedicata all'organizzazione della sezione del Gruppo sicurezza urbana (Gssu) dei vigili urbani specializzato sull'«emergenza nomadi». L'oggetto del «contendere» sarebbe proprio la guida del nucleo specializzato che risponderebbe direttamente al comandante dei vigili, Angelo Giuliani e non a un terzo come, si dice, vorrebbe Mori. La lettera del prefetto, segue un'altra missiva del 30 ottobre, con la quale lo stesso mette in dubbio che il delegato alla Sicurezza, Giorgio Ciardi, abbia il potere di convocare una riunione sull'argomento. Del resto tra Ciardi e Mori non c'è mai stata grande collaborazione. Sarà anche per questo che Ciardi fa riferimento ai vigili urbani, mentre si commenta nei corridoi, il prefetto «nessuno ha ancora capito, con le trenta persone che ha a disposizione cosa stia facendo». Sullo sfondo però ci sarebbe anche il processo per favoreggiamento alla mafia che vede Mori tra gli imputati e che si è aperto il 20 ottobre. Una situazione che potrebbe imbarazzare il Campidoglio proprio alla vigilia delle regionali. Sus. Nov.

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