Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Roma e Lazio, ecco dove fare gli stadi

Il progetto della Roma per lo stadio Franco Sensi

  • a
  • a
  • a

Ormai siamo al "toto-stadio". Stadio qui, stadio lì, stadio delle Aquile, stadio dei Lupi, cittadella sull'Aurelia, cittadella sulla Tiberina. E in questa giungla animalesca sono tempi rapaci, in particolare per chi, come la Roma, è alla canna del gas con le banche. Così spuntano progetti, anche se qualcuno li chiama «disegni», o addirittura «vaghe idee», tanto per prendere tempo con i creditori. Ma chi li ha visti questi progetti? Il sindaco Alemanno dice di no, anche se ha partecipato, a Trigoria, alla conferenza stampa di presentazione della nuova struttura giallorossa. È evidente, quandi, che non si trattava di un vero e proprio progetto. Il sottosegretario del Mibac Giro ironizza: «Qui non l'hanno mai portati. Altro che alto mare, con questa storia dello stadio non stiamo proprio in mare!». Il presidente della Lazio Lotito temporeggia, aspetta la nuova legge, anche se il suo progetto ha fatto il giro di più di una scrivania comunale. I tifosi sperano, imprecano, sfogliano nervosamente Google Map in cerca di nomi come Massimina, Nuovo Procopio, ma vedono solo terra, colta e incolta, ettari ed ettari di agro romano. E allora non resta che aprire le tavole del Nuovo piano regolatore per tentare di individuare aree con le carte in regola per ospitare stadi. Si richiedono essenzialmente due requisiti: spazio (una ventina di ettari) e collegamenti. Ne abbiamo trovate 3. La prima alla Centrale del Latte, a nord di via Rinaldo D'Aquino, su un'area agricola. La seconda tra via della Magliana e l'autostrada Roma-Fiumicino, a ovest del Gra, sempre su un'area agricola. Si tratta in entrambi i casi di agro romano, dunque un paesaggio vincolato su cui grava il parere del ministero dei Beni culturali. Il terzo posto in cui potrebbe essere realizzato uno stadio si trova a Tor Vergata, all'interno dell'omonima centralità già pianificata e situata tra il Gra e il confine sud-est del Comune di Roma, tra la diramazione autostradale Roma-Sud e via Casilina. Buona parte di questa vasta centralità è destinata alla voce "servizi privati", luogo idoneo dove non servirebbe una variante al Piano Regolatore, ma solo una variazione del piano attuativo. Ma il vero punto di forza di questi tre siti sta nei collegamenti. Il primo è a poche centinaia di metri dal Gra, da un nodo di scambio e da un'area di riserva già pianificati. Inoltre potrebbe contare sul prolungamento della linea B della metroplitana fino a Casal Monastero. L'area di via della Magliana è invece interessata da due grandi arterie (Gra e autostrada Roma-Fiumicino) e dalla Ferrovia per Fiumicino (Fr1). Su questo fronte è, probabilmente, la zona migliore. Ottima posizione anche per Tor Vergata. L'area è servita da ampi vialoni di recente costruzione come via di Tor Vergata-viale Oxford, viale dell'Archiginnasio, che collegano l'Ospedale e l'Università a via Casilina, all'autostrada e al Gra, intrecciandosi nel vasto spazio che potrebbe ospitare uno stadio. Proprio lunedì, il sottogretario Giro, criticando la nuova legge sugli stadi che vorrebbe più stringente in fatto di vincoli ambientali, ha lanciato la proposta «costruiamoli nelle centralità» che suona però come una provocazione, e cioè: vediamo se davvero alle società interessa costruire solo uno stadio o se sia una scusa per edificare una città intorno a uno stadio. La risposta di Giro, in fondo, le società se la sono proprio cercata, sbandierando ai quattro venti disegni senza capo né coda, ipotizzando spazi dove realizzare gli impianti su aree vincolate dell'agro romano, nel caso della Lazio addirittura in un posto a rischio esondazione del Tevere. Né Lotito né la famiglia Sensi, come nessun altro, costruirebbe chiaramente solo uno stadio. Se a questo s'aggiunge la domanda-avvertimento fatta da Giro: «Con un Prg appena approvato, bisogna proprio andare subito in deroga?», bisognerebbe concludere che nella Capitale non possono essere costruiti nuovi stadi. Per questo motivo facciamo tre proposte. Le prime due dovrebbero essere poco gradite al Mibac, visto che le aree individuate sono "verde-protetto". La terza dovrebbe essere invece nelle corde di Giro, meno, probabilmente, in quelle degli imprenditori, visto che Tor Vergata potrebbe ospitare uno stadio, non cubature di altra natura. Purtroppo si tratta di una sola area, mentre ne servirebbero due, una per la Roma e una per Lazio. All'arbitro Giro non resta che fischiare il calcio d'inizio del "derby dello stadio".  

Dai blog