Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il bluff giallorosso e l'attesa di Lotito

Il presidente della Lazio presenta il nuovo stadio che sorgerà sulla Tiburtina

  • a
  • a
  • a

Roma e Lazio agli opposti, eppure così vicine. Le dirigenze delle due società capitoline hanno affrontato dall'inizio in maniera diametralmente opposta il problema dello stadio. In realtà il numero uno biancoceleste Claudio Lotito aveva mandato segnali di avvicinamento alla «cugina acquisita» da un paio d'anni alla guida della Roma, cercando un fronte comune per la presentazione contemporanea dei due impianti: cosa che di certo non avrebbe nociuto alla causa comune. Ma al «due di picche» giallorosso è seguito il blitz della Sensi che ha organizzato una conferenza stampa a Trigoria per presentare il fantomatico stadio che probabilmente non si farà mai. E il fatto che la show mediatico si sia svolto proprio al Fulvio Bernardini piuttosto che in Campidoglio (va ricordato che Alemanno aveva inserito lo stadio di proprietà per Roma e Lazio addirittura nel suo programma elettorale) è un segnale di «distanza» concreto mandato dal sindaco della capitale. Come dire: per me va bene ammesso che si possa realmente fare uno stadio così in quel posto lì. Che ci fosse qualche intoppo era nell'aria e la poca concretezza del dopo-presentazione era giustificata proprio da questo: dal fatto che nessuno ne voleva sapere di supportare un progetto che in molti definiscono ancora «inesistente». Se a questo aggiungete una presentazione fatta, volutamente, il giorno prima del tavolo tecnico organizzato tra Ministero, Comune e Regione (e ben noto a tutti...) per discutere dell'eventualità stadio, la frittata è fatta. Evidente come questa forzatura non abbia fatto altro creare scompiglio un po' ovunque e alimentare un fronte del «no» che a Roma c'è sempre e ovunque (progetto Formula 1 docet). In realtà a molti, il blitz giallorosso è sembrata più una mossa della disperazione di una società ormai con i creditori sulla porta di casa (anche se quella ad essere indebitata è la controllante Italpetroli). Unicredit continua infatti a rispondere picche alla proposta di riscadenzamento del debito che i Sensi continuano ad avere con l'istituto di credito. Dopo i tredici decreti ingiuntivi (otto quelli accettati dal tribunale: due dei quali già esecutivi) avviati dalla banca, non c'è più tempo per discutere: bisogna rientrare dell'esposto. L'alternativa? Che Itapeltroli metta tra gli asset da «pignorare» anche Roma 2000 (la controllante diretta del club), che sarà a quel punto libera dal «blocco» dei Sensi e potrà passare di mano: con o senza lo stadio. Lotito? Lui aspetta. Almeno di avere in mano una legge definitivamente approvata che gli consenta di iniziare a sua volta la «battaglia» stadio. E anche lì ci sarà da menar le mani...  

Dai blog