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Escalation di raid xenofobi sul lido

Babygang

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Tre aggressioni in soli dieci giorni. Tutte a Ostia. La matrice sempre la stessa: il razzismo. Prima il giovane giornalista preso a calci e pugni perché ritenuto gay a causa dell'abbigliamento «stravagante». Poi il ragazzo di origini bielorusse, figlio adottivo di uan famiglia di medici italiani, assalito sul pontile di Ostia da un gruppo di adolescenti nel tentativo di difendere il fratello dalle provocazioni del «branco». Infine il bengalese di 29 anni accerchiato e picchiato sempre da una banda di ragazzini, domenica sera ad Acilia. Il giovane bengalese si trovava su una panchina nel parco di via Lilloni con altri tre connazionali, quando sono arrivati dei ragazzini che hanno iniziato a inveire con insulti razzisti. I tre sono riusciti a scappare mentre il bengalese è stato aggredito: naso rotto e 15 giorni di prognosi. I sospetti dei carabinieri si starebbero concentrando su cinque minorenni, la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. L'escalation di episodi razzisti ha fatto scattare l'allarme da parte delle istituzioni. L'assessore regionale alle Politiche sociali e delle sicurezze, Luigina Di Liegro, è preoccupata: «Sono indignata dal clima di razzismo che dilaga in modo preoccupante, ancor più perché i protagonisti delle aggressioni sono tutti giovanissimi tra i 15 e i 20 anni. Serve una presa di posizione forte delle istituzioni». Il presidente della Provincia Nicola Zingaretti parla di «emergenza» sicurezza sul litorale: «Ormai l'indignazione e gli appelli non bastano più. Segnaleremo al Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica la nostra disponibilità a valutare con tutte le altre istituzioni risposte concrete ed individuare le risorse necessarie da mettere in campo». Solidarietà ai bengalesi è arrivata anche da Fabrizio Santori, presidente della commissione sicurezza del Comune, il quale ha chiesto che «le forze dell'ordine individuino al più presto i responsabili». Il presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, ha assicurato massimo impegno a prevenire episodi di questo tipo: «Purtroppo questa zona di Acilia sconta l'inerzia di almeno un decennio di abbandono, di latitanza delle istituzioni e di carenza di servizi. Stiamo lavorando alacremente per risolvere questi problemi».

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