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«C'era un'americana che invitava i connazionali a venire in Italia.

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L'Italiaè il paese del bengodi anche nel settore del turismo, dice Maria Elena Mastroiacovo, segretario Sngt, e l'appello che si legge sul web è la prova che sia questa la convinzione: che per spiegare 2000 anni di storia romana basti un semplice compendio di poche pagine». Il problema è che nel Lazio la liberalizzazione della legge Bersani è stata applicata «in maniera anomala» per Francesca Duimich, presidente della Confesercenti guide turistiche (Federagit). La legge dice che i laureati in storia dell'arte e in archeologia devono fare anche la verifica delle conoscenze linguistiche e del territorio e questo perché si può diventare guide turistiche anche con le stesse lauree conseguite ovunque, anche nei paesi extracomunitari. «e deve dimostrare di conoscere i monumenti del territorio che va a spiegare, nel nostro caso quelli della provincia roma». Ma il Lazio, continua «è stata l'unica regione che nel fare la delibera applicativa ha interpretato questa verifica delle conoscenze linguistiche del territorio con la preparazione di un compito in 5 pagine fatto a casa su un unico monumento. Sullo stesso argomento scelto dal candidato si sosterrà la prova orale alla Provincia a via Nomentana 54». Per Duimich «la preparazione che consegue ad una laurea in storia dell'arte e archeologia non basta per essere abilitati a svolgere una professione, in cui la capacità divulgativa, di comunicazione e di relazione sono di primaria importanza». Un anno fa a Roma c'erano mille guide turistiche, da questi esame ne sono uscite altre 800, e ci sono sono 1.200 candidati che hanno superato lo scritto e stanno affrontando l'orare, che si troveranno «a fronteggiare la concorrenza sleale degli abusivi».

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