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Vu' lavà e saltimbanchi scatta la "tolleranza zero"

Il racket ai semafori

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Scatta il rosso ma al semaforo della Bocca della Verità non c'è il solito lavavetri pronto a pararsi davanti alle auto munito di spazzolone. Così come al semaforo del Colosseo, posto ambito per il gran flusso di macchine che si fermano e ripartono ad ogni ora del giorno e della sera. Ma anche nelle piazze e negli incroci di solito presi d'assalto da lavavetri, giocolieri, venditori di fazzoletti, accendini o altro, nei quartieri Monteverde, Colli Portuensi, Bologna, Prati Fiscali, Talenti, Ostiense, Trastevere e Testaccio. È scattata l'ordinanza che pone fine a queste attività. Coincide con un giorno festivo e per di più di domenica, ma è comunque evidente che qualche effetto, il provvedimento che comporta una multa di 100 euro (ieri ne sono state elevate sette) e il sequestro dell'attrezzatura per chi esercita mestieri non autorizzati sul suolo pubblico, lo ha già prodotto.  Pochi vigili urbani in giro per la città, da questa mattina in realtà scenderanno in strada venticinque pattuglie della municipale, ma soprattutto semafori e incroci «liberi», a parte qualche eccezione di chi conosce l'ordinanza, è arrabbiato, ma deciso a continuare anche con il rischio di prendersi una multa. Alla fine della giornata il nostro bilancio sarà di tre lavavetri, quattro venditori di fazzoletti e un giocoliere. Inizia dal centro di Roma il nostro viaggio per verificare i primi effetti dell'ordinanza. E in centro, partendo da piazza Venezia, passando per la Bocca della Verità, per le Terme di Caracalla, arrivando fino al Colosseo e riscendendo per via Druso, via Gallia, via Appia Nuova, non incrociamo neanche un lavavetri durante tutto il tragitto. Lo stesso succede percorrendo il Lungotevere fino alla stazione Trastevere, risalendo per piazzale della Radio, dove tutti i giorni si incontrano al semaforo almeno due lavavetri, per piazza Dumant nel quartiere Monteverde. Prendiamo allora via dei Colli Portuensi, e facciamo il nostro primo incontro con un lavavetri all'altezza di via di Monteverde. Aspetta il semaforo rosso e si avvia verso la prima macchina, poi la seconda e la terza, ma la reazione degli automobilisti è sempre la stessa, fastidio e richiesta di andare via. Forse sapere che è scattata l'ordinanza fa reagire in modo più deciso. Prendiamo allora via Ostiense, nessun lavavetri, andiamo a piazza Bologna dove i ben informati sanno che i lavavetri sono frequenti nella piazza e nelle strade limitrofe, invece niente. Proseguiamo fino a viale Jonio, via Ugo Ojetti a Talenti. È la volta di Prati, e un venditore di fazzoletti lo incrociamo poco distante da piazzale Clodio. Sembra spaventato, si guarda in giro e ogni tanto si ferma appoggiandosi al semaforo. Il cammino riprende per via Cipro, via Angelo Emo, via Baldo degli Ubaldi direzione Piazza Irnerio. E il quartiere Aurelio riserva qualche sorpresa. Nel giro di pochi metri ci sono due lavavetri al semaforo di piazza Giureconsulti, uno che vende fazzoletti in via Alciato, e due stranieri con fazzoletti, accendini e panni per pulire la macchina, a quello di Circonvallazione Cornelia. Questi ultimi due, appena scorgono il fotografo che cerca di «rubare» uno scatto mentre si avvicinano alle auto, reagiscono male e cominciano a inveire ad alta voce parlando un italiano stentato. Meglio allontanarsi anche se siamo in pieno giorno e la zona è molto trafficata. Dall'altra parte della piazza c'è anche un giocoliere di mezza età «famoso» in zona per le sue esibizioni con un pallone da calcio che fa rimbalzare più volte sulla testa senza farlo cadere in terra. Non ci sfugge però alle 13 e un quarto il passaggio di un'auto della municipale che attraversa piazza Irnerio e non può non vedere quello che sta accadendo ai semafori della piazza. Però non si ferma e va dritta verso via Aurelia.

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