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Dal penny black al Gronchi rosa passione in "bollo"

Festival della Filatelia, una cassetta delle Poste estratta dalle macerie de L'Aquila

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Chi aveva diciott'anni nel 2007 ebbe in regalo dalle Poste italiane un francobollo a loro intitolato di colore azzurro per i maschietti e rosa per la femminucce, del valore facciale di 0,45 euro. Sembrò un dono grazioso, ma di nessun conto. E invece, a distanza di soli due anni quel quadratino colorato è divenuto introvabile per i collezionisti e la quotazione della coppia ha raggiunto i 1.800 euro. D'altronde, in una storia appassionante lunga 170 anni a partire dalla prima emissione britannica del mitico «Penny Black», questa è solo l'ultima performance di un mercato, quello dei francobolli, che coinvolge milioni di appassionati in tutto il mondo.   L'appuntamento dei collezionisti quest'anno è a Roma, dove si è aperto ieri il Festival internazionale della Filatelia al Palazzo dei Congressi all'Eur, organizzato da Poste Italiane, che rimarrà aperto fino a domenica. Con mezzo migliaio di espositori provenienti da diversi Stati, la manifestazione sarà una vetrina d'eccezione per il francobollo e un'opportunità importante per il business che gira intorno a questo piccolo gioiello in miniatura. All'ingresso del festival, gratuito per tutti i visitatori, si potrà acquistare un passaporto filatelico in vendita a 3.50 euro, che contiene 55 spazi vuoti da riempire con i francobolli provenienti dalle più diverse aree del mondo. Ai visitatori è riservato anche il sorteggio con in palio il famoso «Gronchi Rosa», il francobollo da 205 lire del 1961, emesso in occasione della visita del Capo dello Stato italiano, Giovanni Gronchi, in Perù, che venne ritirato dal commercio per l'errata riproduzione dei confini dello Stato sudamericano. La sua quotazione oggi è molto variabile; va dai mille ai tremila euro per quelli regolarmente timbrati. Ma il Gronchi Rosa non è certo il francobollo più quotato. Un espositore italiano presente al Festival e appassionato di francobolli europei, dichiara infatti che uno tra i più costosi ed anche più rari è un francobollo svizzero che ha raggiunto quota 350 mila euro. Secondo Luigi, vero appassionato e collezionista da più di venti'anni, «l'amore per i francobolli non sente l'inflazione». Con in mano un foglio pieno zeppo di numeri e codici di quelli «che mi mancano», Luigi afferma che «in tempi come questi si può rinunciare a molte cose, ma non a un pezzo unico che stai cercando da tempo, anche se ti costerà un bel po'». Anche secondo Federico, un altro espositore presente alla manifestazione, «la crisi economica non ha intaccato il mercato della filatelia. Nel giorno dell'inaugurazione al Palazzo dei Congressi, c'era già la fila prima dell'apertura inaugurale. Certo poi non tutti compreranno, ma l'interesse rimane alto». In questa rassegna internazionale, la squadra italiana ha schierato un potenziale di tutto rispetto: 99 collezioni e 57 pubblicazioni, sui 165 punti vendita aperti dai più qualificati operatori commerciali europei e mondiali. Il Festival si articola inoltre in quattro giornate celebrative, con altrettanti francobolli: la prima, quella di ieri, dedicata alla lingua italiana e al quartiere romano dell'Eur, le altre allo sport con Gino Bartali, Valentino Mazzola e Michele Alboreto, al collezionismo e alla musica in ricordo di Luciano Pavarotti, Mino Reitano e Nino Rota.

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