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Semafori fantasma

Semafori nascosti dagli alberi Lungotevere in Augusta. Foto GMT

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Colombo, Cassia, Gra e via del Mare sono considerate tra le 250 strade più pericolose della Capitale. Dove avvengono gli incidenti stradali più gravi. E la responsabilità, nella maggior parte dei casi, è attribuita ad automobilisti che guidano sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e in stato d'ebbrezza. Ma esistono molti altri fattori che mettono a rischio la viabilità per le vie della città oltre alla guida irresponsabile: semafori coperti dai rami degli alberi, segnaletica verticale nascosta da cartelloni pubblicitari e segnaletica orizzontale cancellata dalle intemperie e dall'usura dovuta al passaggio di auto e moto. Da Nord a Sud della Capitale è purtroppo sempre più facile arrivare in prossimità di un incrocio, regolato da sistemi semaforici, e non capire se l'automobilista o il centauro in quel momento ha o meno la precedenza, cioè se il semaforo segnala la luce rossa, arancione o verde. E proprio la mancanza di un'adeguata visibilità delle luci, in molti casi, costringe i cittadini a improvvise frenate, che possono provocare tamponamenti a catena. In altri casi, invece, si può avere la convinzione di avere la precedenza, rischiando la vita senza rendersene conto, passando ai crocevia mentre il semaforo segna lo stop. Lo stesso discorso si può estendere ai cartelli stradali che si leggono all'ultimo momento, quando cioè ci si transita di fronte: un'adeguata velocità può salvare un conducente da un possibile incidente stradale, ma allo stesso tempo può provocare lunghe code a causa della sua bassa velocità. Tutti, quindi, vedono ogni giorno casi scandalosi di semafori o segnali invisibili. Ed è anche quasi impossibile riuscire a rivalersi verso i responsabili della manutenzione della segnaletica in caso di scontri. Da via Flaminia, ai Lungotevere, dalla Colombo ai Parioli, è purtroppo sempre più facile trovare semafori perfettamente in funzione, senza rami di alberi che coprono le luci rosse, arancioni o verdi, ma che per la loro «posizione» mettono a rischio l'incolumità di chi arriva a un incrocio: molti semafori sono infatti installati nella direzione opposta rispetto al senso di marcia. Cosa vuol dire? Che il conducente che arriva a un semaforo di fronte a sé ne trova ben due che gli danno indicazioni differenti. Uno segnala la luce rossa, l'altro invece verde. E non è affatto facile, quando si sta in movimento, riuscire a decidere velocemente a quale far riferimento, cioé se superare l'incrocio o fermarsi. Insomma, sono numerosissimi i semafori «impazziti» nella Capitale: quelli più pericolosi si trovano su Lungotevere Tor di Nona, angolo ponte Umberto I, Lungotevere Flaminio, Lungotevere della Vittoria, Lungotevere Oberdan, Lungotevere delle Armi, Lungotevere della Farnesina, viale Marconi e viale Tratevere. A rischiare la vita, quando la visibilità degli impianti è scarsa, o addirittura inesistente, sono anche i pedoni. Questo perché si spaventano quando si trovano davanti una vettura o una moto che sta superando l'incrocio quando il semaforo segna per il pedone la luce verde. Fanno infatti un balzo indietro verso il marciapiede quando vedono che le macchine non accennano a rallentare. Il rischio costante, comunque, è sempre quello di tamponamenti e incidenti stradali a ogni incrocio. I periodi dell'anno in cui i pericoli sono maggiori, sono l'estate e l'autunno. Il primo perché gli alberi sono rigogliosi e quindi coprono completamente i semafori. Il secondo, invece, poiché le foglie cadono in terra e diventano pericolose come una macchia d'olio.

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