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Università, è boom di laureati e di studenti fuori corso

La Sapienza (foto Gmt)

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Aumentano i laureati negli atenei romani ma allo stesso tempo il numero dei fuori corso resta molto alto. Oltre 54 mila studenti alla «Sapienza» non sono in pari con gli esami. Chi riesce a superare la discussione della tesi lo fa soprattutto in facoltà come Psicologia e Scienze Umanistiche. A Ingegneria invece i laureati sono in diminuzione nonostante quest'ultima resti una delle facoltà più gettonate. Sono queste le prospettive con cui si sta per aprire il nuovo anno accademico. L'ultimo dato disponibile parla di oltre 52 mila studenti che hanno partecipato ai test di inizio anno, sia quelli d'ingresso che quelli non vincolanti. Un trend che fa pensare ad un numero di iscritti anche quest'anno in aumento rispetto al passato. Se si prendono in considerazione i dati dell'anagrafe nazionale, aggiornata dalla rilevazione delle lauree degli studenti regolari registrati dal 2003-2004, i laureati sono in sensibile crescita. Prendendo in considerazione gli ultimi dati aggiornati al 3 ottobre 2009 (che tengono conto dell'ultimo anno accademico disponibilie, il 2007-2008) i tre atenei romani hanno sfornato 19.400 laureati, quasi tremila di più dell'anno precedente (16.622). Insomma, il mercato del lavoro si trova ad accogliere un numero sempre maggiore di ragazzi col diploma di laurea in tasca. E la maggior parte sono donne. Nella sede di Roma de La Sapienza su 10.059 laureati nell'ultimo anno i maschi sono quasi la metà delle femmine: 3.636 rispetto a 6.423. Sorprendente il dato di Psicologia: su 1.446 nuovi dottori ben 1.207 sono donne. E se questa è da sempre una facoltà a vocazione femminile, l'esatto opposto vale per Ingegneria: la laurea è andata a 814 maschi, il triplo delle femmine (303). E proprio Psicologia è la facoltà che fa la parte del leone nel mondo accademico romano. La Sapienza nell'ultimo anno ha dato il diploma a 1.446 neopsicologi, l'anno prima erano 1.282. In controtendenza è invece Ingegneria con 1.117 neolaureati a fronte dei 1.259 dell'anno precedente. Stesso discorso se ci si sposta a Roma Tre: mentre tutte le facoltà, soprattutto Lettere e Filosofia, hanno registrato una crescita sensibile dei laureati restano al palo Ingegneria (cinque diplomati in meno) e Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali (solo quindici laureati in più). Ovvero quelle materie scientifiche di cui il mercato e le aziende hanno sempre più bisogno e che offrono le maggiori opportunità di lavoro. Tor Vergata, invece, resta un'eccezione, se si pensa che tutte le facoltà, sia umanistiche che scientifiche, hanno potuto vantare una crescita di nuovi dottori, soprattutto in Economia (passati da 285 a 438) e Giurisprudenza (da 141 a 243). Infine, c'è il capitolo fuori corso. Per «svecchiare» La Sapienza (tra vecchio e nuovo ordinamento sono oltre 54 mila) ha deciso di utilizzare il bastone e la carota. Ovvero proporre un incentivo per completare gli studi nell'arco di tre anni con un percorso «agevolato» e, allo stesso tempo, introdurre una maggiorazione delle tasse del 50 per cento per tutti coloro che sforeranno i tre anni o decideranno di non aderire al nuovo status. Si chiamerà «tempo parziale speciale» e verrà offerto un supporto in termini di tutor, corsi di recupero e programma di studi su misura. I circa 17 mila iscritti ancora al vecchio ordinamento potranno avviare un percorso speciale chiamato «Laurea tutoring» con una modulazione diversa rispetto agli esami ordinari. Per chi resterà fuori, l'aumento della rata scatterà dal prossimo anno.

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