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Piscine mondiali «Ruolo della Regione non da protagonista»

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C'erauna decisione che era quella di governare i processi e adesso aspettiamo il lavoro dei magistrati». Lo ha detto il presidente della Regione, Piero Marrazzo, interpellato sulla vicenda del sequestro dei impianti per i mondiali di nuoto a margine del progetto «Impianti a misura di sport» in Regione. Di diverso parere il delegato allo Sport del Comune di Roma Alessandro Cochi. «Sui primi quattro sequestri di luglio la competenza direi che è esclusivamente regionale perché si discute l'impatto ambientale» ha replicato, presente all'accordo per il credito sportivo, commentantando le affermazioni del presidente della Regione, secondo cui «la Regione non è un soggetto responsabile» in merito agli impianti per i Mondiali di nuoto. «Gli altri otto impianti, invece, sono di stretta competenza comunale e su questo già siamo corsi ai ripari - ha proseguito Cochi - Siamo fiduciosi per un dissequestro, noi abbiamo solo difeso il diritto di fare pratica sportiva, il diritto di chi aveva fatto un abbonamento e anche di chi ha acceso il mutuo perché alcuni concessionari sono stati descritti come banditi». Il delegato del sindaco ha poi aggiunto: «Mi avrebbe fatto piacere sentire anche l'assessore comunale Morassut che forse, prima di Corsini, aveva seguito questa pratica». Per il capogruppo di Sinistra e libertà alla Regione Lazio Enrico Fontana: «Nessuna opera abusiva realizzata in difformità dagli strumenti urbanistici può essere condonata in assenza di legge nazionale, in quanto tale materia è concorrente tra Stato e Regioni». «Sulla vicenda dei Mondiali di nuoto - dice Fontana - confidiamo nei lavori di indagine condotta dalla magistratura. Quegli impianti costruiti in contrasto con le norme urbanistiche non possono essere oggetto di titolo autorizzativo in sanatoria. Il Comune di Roma non ha la potestà di emanare leggi in materia. La Regione deve esercitare i propri poteri sostitutivi - conclude Fontana - secondo quanto previsto dalla legge regionale sulla vigilanza sull'attività urbanistico-edilizia». Il deputato del Pdl, Fabio Rampelli, membro della commissione sport e cultura alla Camera si chiede «perché la magistratura guarda la "pagliuzza" rappresentata dagli impianti privati e pubblici ampliati o messi a norma con capitali privati e non vede la "trave" costituita dallo scempio di Tor Vergata?». Per Rampelli infatti «sulla questione degli impianti sportivi realizzati per i campionati mondiali di nuoto, permane il mistero delle mancate indagini sulla misteriosa quanto discutibile "città dello sport" di Tor Vergata». «Centinaia di milioni di euro - sottolinea Rampelli - dilapidati in opere che, finora danno solo l'idea di un enorme campo di battaglia abbandonato dopo uno scontro epocale tra opposti eserciti».

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