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Mamme a caccia di capelli e sudore da fare analizzare

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.Così a Roma ci sono sempre più mamme che hanno iniziato a raccogliere capelli, magliette intrise di sudore, spazzolini da denti, qualsiasi cosa che abbia trattenuto del materiale biologico in grado di svelare la presenza di sostanze tossicologiche. E smascherare una volta per tutte i figli che sempre più in giovane età fumano canne, sniffano coca e ingeriscono pasticche. Un fenomeno con cui fanno i conti tutti i giorni i medici dei centri specializzati della Capitale. «Ci sono sempre più famiglie di adolescenti che senza dire nulla ai figli arrivano qui e vogliono far analizzare le loro tracce biologiche», racconta Alvaro Mesoraca, responsabile del laboratorio di tossicologia del centro diagnostico Artemisia che a Roma è attivo in sette strutture. «Quando non hanno altra scelta e non riescono a convicere i figli a sottoporsi ad un esame, ricorrono a questo sistema - spiega Mesoraca - I capelli sono l'ideale perché trattengono la memoria di ciò che si è assunto durante la vita del capello stesso. Dal momento che crescono al ritmo di un centimetro al mese, un capello lungo dieci centimetri ci può svelare informazioni sugli ultimi dieci mesi». Altrimenti si più ricorrere anche a tracce di sudore (affidabilità 48 ore) o di saliva (36 ore). «Un altro sistema sono le urine - aggiunge l'esperto - in questo caso le tracce restano impresse fino a un massimo di sette giorni». E se i genitori si ingegnano per scoprire i segreti dei figli, questi ultimi non accennano a diminuire il consumo di droghe. «Negli ultimi due anni le richieste di aiuto che riceviamo dalle famiglie degli adolescenti sono triplicate - dice Mesoraca - Facciamo oltre trenta analisi a settimana. Alcuni ragazzi hanno anche tredici anni. Proprio oggi è venuta da me una mamma che aveva scoperto la dipendenza del figlio diciottenne dalla cocaina dando un'occhiata alla sua pagina Facebook. Il ragazzo si metteva d'accordo col suo fornitore via e-mail e tutti i giorni comprava la dose per passare la serata». Oltre alla polvere bianca, che insieme ad hashish e marijuana resta lo stupefacente preferito, stanno prendendo sempre più piede metanfetamine e chetamine. Pasticche che assomigliano a sale grosso da sciogliere nei cocktail o da far assorbire sotto la lingua. I cosiddetti «crystal meth», una potente variante delle anfetamine. «Abbiamo visto molti ricoveri d'urgenza - racconta il responsabile del laboratorio Artemisia - Si possono verificare danni molto gravi a cuore, fegato e struttura celebrale».

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