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Così vinciamo solo le Olimpiadi dell'autolesionismo

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Dovremoarruolare dei lottatori, sol per dirigere il traffico delle carte bollate. In occasione delle Olimpiadi 2000, Roma si classificò seconda, perdendo la sfida con Atene, indubbiamente avvantaggiata dalla suggestione di riportare nella città natia i primi giochi del nuovo millennio. Questo per dire che la candidatura è autorevole e, naturalmente, temuta dagli sfidanti. I quali ultimi, adesso, trovano un buon alleato nella giustizia: provate a presentare un progetto credibile, in sede internazionale, parlando a nome di un Paese che ha appena finito di sequestrare gli impianti dell'ultima manifestazione sportiva, ipotizzando reati vari in capo a quelli che l'hanno organizzata. Sai le risate. Quando queste cose succedono nel rapporto fra giustizia e politica, quando un'iniziativa della procura interferisce con la vita di un politico, subito la faccenda diventa eclatante e bollente. In questo caso, invece, la notizia è stata data in modo distratto e pruriginoso, perché annunciare il sequestro e lasciarlo lì a riempire la pagina, significa avvalorare l'idea che dietro c'è del marcio. Tanto c'è sempre, ragionano taluni. E se ci fosse sul serio, il marcio? Non posso escluderlo, non ne ho idea, ma una cosa la so: avremo a disposizione una verità giudiziaria, sia essa di proscioglimento o assoluzione, ovvero di condanna, solo dopo che le Olimpiadi 2020 saranno state assegnate, e forse dopo che saranno state fatte. Se in procura sentono puzza di reati non devono fare altro che intervenire. Lo prevede la legge. Ma se dal sequestro, e relativa pubblicità negativa, al verdetto passa il tempo che a noi sembra normale, e che in qualsiasi altro Paese non tribale è considerato incivile (e forse anche nei tribali), il risultato è che s'incentivano due tipi di comportamento: quello di chi non muove foglia, per non correre rischi, e quello di chi punta direttamente all'abusivismo totale, tanto mette nel conto la lentezza della giustizia ed il sopravvenire d'un condono. L'immobilismo come alternativa alla delinquenza, un capolavoro. Nel caso specifico, ci siamo pubblicamente dati una straordinaria zappata sui piedi, avvalorando l'idea, che noi stessi proiettiamo nel mondo, d'essere un Paese di cittadini sotto processo. Supra e sotto partes. Sicché, le Olimpiadi che certamente vinciamo sono quelle dell'autolesionismo. Davide Giacalone www.davidegiacalone.it

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