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Va apprezzato lo sforzo della Regione Lazio che ieri, in Consiglio, è tornata a occuparsi del problema amianto.

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Acausa dell'amianto, bandito nel 1992 ma col quale sono state costruite migliaia di strutture, muoiono in Italia quattromila persone l'anno. Nel Lazio si contano fino a ottanta decessi. Ma ancora non conosciamo la reale proporzione del problema nella nostra regione. C'è di sicuro un numero preoccupante: 803 edifici pubblici andrebbero bonificati (quelli privati sarebbero il triplo, ma è un'ipotesi in attesa di una mappatura definitiva). In merito il consigliere regionale e presidente del Comitato regionale di controllo contabile, Augusto Pigliacelli, ieri ha presentato un'interrogazione urgente al Governatore, Piero Marrazzo, e all'assessore all'Ambiente, Filiberto Zaratti. «È una situazione che suscita preoccupazione per il nostro territorio. È il momento di fare chiarezza», ha detto Pigliacelli analizzando i dati forniti dall'Ispesl. Che la questione sia giunta in Consiglio palesa un fatto: i numeri del problema amianto, i morti, i malati di tumore, iniziano a far rumore per davvero. E sarà sempre peggio, visto che assisteremo al picco di mortalità tra il 2015 e il 2018. L'Associazione ambientalista europea Fare Ambiente ha, nei giorni scorsi, inviato una lettara a Marrazzo chiedendo di essere convocata e ha chiesto un Osservatorio permanente. Il suo portavoce laziale, Piergiorgio Benvenuti, si dice pronto a protestare anche scendendo in piazza. È ora che il dramma causato dall'amianto entri prepotentemente nella lista dei problemi da risolvere del nostro Governatore.

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