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A Roma l'ospedale dove gli uccelli tornano a volare

Uccelli a Roma

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Sono già una decina gli animali impallinati arrivati al Centro Recupero Fauna Selvatica della Lipu, a Villa Borghese (aperto tutti i giorni, ore 9.30-17.30, tel. 06.3201912 www.crfslipuroma.it). E se si pensa che, come spiega Francesca Manzia, responsabile della struttura, «non rappresentano neanche il dieci per cento della vittime, il dato è davvero sconfortante». Paradossalmente, i feriti arrivati al centro di recupero, sono i più fortunati. «Molti animali», continua Andrea Colacicchi, della Lipu, «oltre ad essere colpiti, si fratturano le ali durante la caduta, e se non vengono subito soccorsi, muoiono inesorabilmente». Tra gli ultimi feriti eccellenti, una splendida upupa, che purtroppo non potrà volare mai più, perché danneggiata in modo irreversibile, un gheppio, una cicogna bianca, un airone, quest'ultimo poi deceduto. Non ce l'ha fatta neanche un rarissimo esemplare di spatola, ferito dai bracconieri, portata al centro dai volontari della Lipu di Ostia, il giorno dopo l'apertura della stagione venatoria. L'animale, specie protetta, è stato colpito a Isola Sacra, a Fiumicino. Si era rifugiato, stremato, all'interno dell'area protetta del Centro Habitat Mediterraneo Lipu di Ostia, dove è stato recuperato. Aveva una grave frattura scomposta dell'omero dell'ala sinistra. «La spatola, regina di paludi ed estuari», spiega ancora Manzia «è un grande uccello acquatico, dall'apertura alare tra i 110 ed i 130 cm ed un'altezza di circa 90 cm, dal piumaggio candido e dal caratteristico becco lungo, piatto e slargato in punta, che dà il nome all'animale». Poi aggiunge: «Aveva un anello di riconoscimento, per cui faceva parte di una delle pochissime coppie di spatole nidificanti qui in Italia nel delta del Po, stava tornando in Africa, ma un bracconiere le ha fatto terminare per sempre il suo viaggio». La cicogna bianca, altra specie protetta, è stata recuperata dalla polizia provinciale di Roma, a Trigoria. Per fortuna non aveva fratture, ma solo pallini da caccia nel corpo, che però non si potranno asportare. Presto potrà continuare il suo viaggio, bracconieri permettendo. «Lavorando con le scuole e le famiglie, abbiamo constatato quanto ancora siano poco conosciuti i danni causati dal bracconaggio», conclude Chiara Manghetti, responsabile settore Educazione Lipu, «a partire dalle vittime, come i rapaci impallinati, che non possono più volare o cacciare: i giovani devono essere informati».

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