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Presi i predoni degli anziani

polizia

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Di sera massacravano e rapinavano gli anziani che camminavano soli o col cane a ridosso e nel parco Madre Teresa di Calcutta, tra Tor Pignattara e il Prenestino. Ad agire con inaudita ferocia erano in tre, tutti rom romeni, di 26, 17 e 15 anni, provenienti da Focsani, terra dell'Est famigerata per aver esportato violenti in Italia, rintanati in due baracche tra la Collatina e Palmiro Togliatti. I minori sono stati arrestati, il terzo è latitante. Risultano tutti incesurati (solo il diciassettenne in passato avrebbe violato i sigilli messi a uno stabile per occuparlo). La tecnica degli agguati sempre la stessa. Agivano in tarda sera: uno prendeva la vittima alle spalle, gli altri due davanti, poi la colpivano a bastonate, calci e pugni riducendola a una maschera di sangue, infierendo anche se era priva di sensi, razziandola di soldi, monili in oro e telefono cellulare. In dodici giorni i tre hanno aggredito undici anziani (addirittura tre in un giorno, c'è anche un signore di 48 anni) con prognosi dai dieci a quaranta giorni, otto sono ancora ricoverati in ospedale per le ferite: dalla rottura dello zigomo a tagli sul volto e alla testa. Il 18 settembre è cominciata la mattanza, il 30 sono finiti nella trappola tesa dal pool di investigatori coordinato dal dirigente del commissariato Prenestino, Mauro Fabozzi. Dopo le prime segnalazioni i commissariati si sono allertati sguinzagliando nel parco agenti in borghese e pattugliando il perimetro con auto e moto. Il 30 qualcosa cambia. Poco dopo le 16 arriva al 113 la telefonata dell'aggressione a un signore di 72 anni, preso alle spalle dai due minorenni, malmenato e rapinato di portafogli, marsupio e 40 euro. Nel parco scatta subito la caccia all'uomo, con poliziotti in borghese volanti e moto. Due sono presi e il terzo fugge. Qualche oggetto rubato i poliziotti lo trovano vicino alle baracche, dove ancora vivono le mogli e i figli dei romeni di 26 e 17 anni. Il dirigente fabozzi lancia un appello: «Chi ha subito aggressioni analoghe si faccia avanti e venga a denunciare».

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