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Licei romani aperti mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni

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Perchéi nostri figli la mattina trovano il tempo per ripassare o farsi belli, ma saltano la colazione. E spesso mangiano solo se stanno insieme, altrimenti restano digiuni. Il preside del liceo classico Montale ha preso alla lettere questa equazione. E al primo consiglio di classe, ha colto al balzo la richiesta dei genitori e ha aperto le porte della sua scuola - centrale a via di Bravetta e due succursali, via Paladini e Buon Pastore - mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni: alle «7.30» anziché alle «8». «Quando i genitori fecero la proposta in Consiglio d'istituto ebbi delle perplessità» racconta il preside Francesco Girgenti, che è anche membro della Consulta provinciale dei presidi. «Mi posi il problema di chi avrebbe controllato questi ragazzi, ma mi resi anche conto che bisognava rischiare, c'era di mezzo la salute dei nostri studenti». Adesso facce smunte e sguardi persi nel vuoto, per colpa del languore allo stomaco che fa calare l'attenzione molto prima della soglia delle canoniche tre ore, al Montale non si vedono più. «Gli studenti sono stati autorizzati ad andare direttamente nell'area ristoro mezz'ora prima dell'inizio delle lezioni per delibera del Consiglio d'istituto» dice il preside. E dell'iniziativa non si pente. «Consentire di affrontare una lunga giornata di studio di sei ore in piena forma - dice - è una cosa che fa onore a questa scuola». Ingresso anticipato, anche se di soli 10 minuti, per fare colazione anche al Volta-Ceccherelli. «I nostri ragazzi devono stare in classe alle 7.50 - dice la preside Renata Tacus - ma possono entrare in istituto già dalle 7.40». E nei due bar dei due plessi dell'Iiss vanno a fare colazione anche gli studenti di altre scuole, «col tam-tam dei ragazzi». La preside del Vivona, lo storico liceo classico all'Eur, Gabriella Urbano, invece, farà mettere la frutta nei distributori automatici insieme alle merendine. «Soffriamo di mancanza di spazi e non abbiamo un bar, ma ci sono i distributori automatici, che contiamo di rifornire anche di frutta fresca - conferma - e c'è un servizio catering all'intervallo». La frutta la vorrebbero insieme con i «panini vegetariani» anche al Liceo scientifico Malpighi. «Invece al bar si vendono sempre i soliti panini imbottiti con insaccati» dice una mamma, Patrizia P. Studenti e docenti pranzano sempre insieme nella mensa del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, la prima scuola, col Dante, a fare i conti con l'infuenza suina in primavera (prova superata alla grande). «Così monitoriamo i ragazzi - dice il vicerettore Mauro Colombi - e se dimostrano di avere problemi con il cibo informiamo subito le famiglie». Voce fuori dal coro Maurizio De Renzi, preside del liceo classico Seneca in via Albergotti in zona Boccea, quartiere misto di media alta borghesia e popolo. «Punto di più a formare cittadini di una società civile, di questi ragazzi dobbiamo farne uomini e donne, non dobbiamo togliergli il pannolone» dice. Ma alla fine si dichiara pronto a concedere «qualche minuto in più» di tolleranza sui 15 minuti canonici di ricreazione. E degli eventuali problemi con il cibo si occupa lo staff di «docenti che lavorano in collaborazione con la Asl» dice. Allarga il campo di osservazione ai disturbi alimentari, l'assessore pronciale alla Scuola, Paola Rita Stella, che si dichiara pronta a sostenere le iniziative dei presidi. «Alle superiori l'età critica che va monitorata è specialmente quella tra i 15 e i 16 anni - dice l'assessore - quando si comincia ad avere un rapporto con il cibo problematico, con diete di moda anche fra i maschi, allora è una cosa che le amministrazioni e le istituzioni devono tenere presenti». In pratica, Paola Rita Stella è intenzionata a realizzare vademecum informativi sui corretti stili alimentari in collaborazione con i medici di famiglia Fimmg, come ha già fatto per il manuale sull'influenza A distribuito nelle scuole.

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