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Ama a rischio, presto nuove tariffe

Cassonetti della spazzatura nelle strade del centro di Roma (Foto Gmt)

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Se è vero che i numeri spesso confondono le idee, stavolta, per capire lo stato delle casse dell'Ama servono proprio questi a chiarire una situazione economica dell'azienda capitolina che si occupa della gestione dei rifiuti praticamente al collasso. Occorre quindi partire da qui. 31 dicembre 2008: passivo patrimoniale 1.207.11.690,00 euro, di cui 549.932.985,00 verso banche a breve, 304.443.569,00 euro verso fornitori e 153.912.955,00 euro verso controllate a breve. Ancora, la perdita d'esercizio 2008 è pari a 256.996.777,00 euro a fronte di un patrimonio netto pari a 173.208.361,00 euro. Da qui nasce l'esigenza della delibera 123 all'esame del Consiglio comunale che prevede il conferimento ad Ama del complesso dell'ex Centro Carni, vale a dire un patrimonio stimato di 92 milioni di euro. Tanto basterebbe alle banche per ridare «ossigeno» alla municipalizzata capitolina, già oggetto della ricapitalizzazione voluta dal sindaco Alemanno nel dicembre 2008 di 61,7 milioni di euro e di un piano di rientro che vede sotto la voce Ama altri 168 milioni. L'intento dell'amminsitrazione è quello di correre ai ripari e colmare «il forte disquilibrio - si legge nella delibera - tra mezzi propri di finanziamento e mezzi di terzi. Pertanto risulta necessario mettere in campo azioni volte al miglioramento della situazione di disequilibrio finanziario dell'azienda attraverso operazioni di conferimento patrimoniale». Sulla cessione della proprietà del Centro Carni l'opposizione ha già promesso battaglia, anche perché il timore maggiore è quello di far andare in fumo il progetto della centralità Collatina, studiato per anni insieme al territorio e che prevede nuovi spazi e servizi per il Municipio. Ed è proprio questo il punto sul quale oggi metterà l'accento l'opposizione capitolina. «Sulle sorti dell'Ama e del Centro Carni ribadisco che il Partito Democratico non è contrario alla ricapitalizzazione della municipalizzata, peraltro già più volte aiutata - ha dichiarato il vice presidente della commissione capitolina al Bilancio, Alfredo Ferrari - ma va stigmatizzato l'atteggiamento della giunta Alemanno che viene meno alle promesse fatte ai cittadini. Del progetto che la giunta si era gloriata di aver fatto insieme agli abitanti della zona resta poca cosa: sparisce la biblioteca, sparisce uno spazio espositivo ed il palazzetto dello sport da 3000 posti per fare del quartiere un'area dormitorio. La valorizzazione dell'immobile deve rimanere una risorsa per i cittadini, questo è quello che chiederà il Pd». E se il collega del Pd, Athos De Luca parla di «bancarotta dell'Ama», replica su tutti il presidente della commissione Bilancio, Federico Guidi. «Evidentemente non si è compresa la situazione finanziaria che sta affrontando Ama, altrimenti si capirebbe che i proventi del Centro Carni sono necessari al fine di risanare la disastrosa situazione economica nella quale il centrosinistra ha lasciato Ama dopo anni di gestione Veltroni. L'amministrazione Alemanno ha già scongiurato, con le sue iniziative, il fallimento di Ama, con tutto quello che avrebbe significato tale chiusura in termini di ricaduta occupazionale e di perdita di una azienda strategica per la città - ricorda Guidi - mi auguro infine che il Pd abbia un atteggiamento responsabile evitando stupidi ostruzionismi che danneggerebbero solo un'importante azienda di Roma e i suoi lavoratori». Non solo Centro Carni però per «salvare» l'Ama. Già da gennaio, probabilmente, si dovrà procedere alla rimodulazione della Tariffa rifiuti. L'aumento, «di pochi euro» fanno sapere dall'Ama, non riguarderà tutti però, saranno infatti salvaguardate le fasce deboli. Si darà poi avvio a una campagna di recupero crediti, basti pensare che in termini di sanzioni e interessi sulla Tariffa rifiuti l'Ama vanta incassi dovuti da utenti morosi per oltre 50 milioni di euro.

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