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Attentato mafioso al bar del consigliere municipale

Uno dei fori sulla saracinesca

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Quattro colpi di pistola 7,65 contro le serrande di un consigliere dell'VIII Municipio. Un avvertimento in perfetto stile mafioso. Ora la periferia Est della Capitale non sembra la Scampia napoletana solo per i cancelli antiguardie piantati nelle case popolari. Adesso ci sono pure le pallottole ai politici locali. È successo l'altra notte, in via Seculeia, a Torre Angela, al confine con Tor Bella Monaca. Il bersaglio sono state le tre serrande del Bar Papetti di Mario Disli, 64 anni, di Frosinone, gestito coi suoi tre figli, tutti residenti nella palazzina alle spalle del locale. Disli lo ha saputo ieri mattina. «Intorno alle 11 - racconta - mi ha chiamato uno dei miei figli. "Papà, ho trovato qualcosa di brutto. Sono sceso per dare una pulita al locale e ho notato fori alle serrande". Perché hanno sparato al mio locale? Non lo so e neppure riesco a immaginarlo. Cambierò le mie abitudine? No, non ho paura. È dal 1966 che ho aperto il bar - si sfoga Disli - Non c'è stata mai una scazzottata, una rissa, niente». Scoprirlo sarà compito degli investigatori del commissariato Casilino nuovo, diretto da Agnese Cedrone. E non si presenta facile. I poliziotti speravano che le telecamere all'esterno della gioielleria accanto al bar avessero ripreso gli sconosciuti: negativo. Com'è sfumata pure la presenza di un presunto testimone. Resta da capire se nel passato di Disli si nascondono rancori. «Lunedì scorso - dice il consigliere municipale - ho annunciato il mio passaggio dal Partito delle libertà al Partito democratico. Non credo possa essere il movente dell'intimidazione, lo cito però come evento che ha generato sicure simpatie e forse qualche antipatia. Perché il cambio? Avevo chiesto piccole cose: una lampadina, una striscia pedonale. Non ho ricevuto ascolto. Col Pd ho trovato una grande famiglia». Ieri mattina Disli ha ricevuto la solidarietà del Pd e nel suo bar è entrato pure il presidente dell'VIII Municipio, Massimiliano Lorenzotti, ex collega di partito. Dice: «Mi dispiace che Disli sia andato via, è una sorta di sconfitta. Ma non ha mai detto che se ne andava, mi hanno informato quando lo ha annunciato lui». Le pallottole al bar hanno sconvolto tutto il mondo politico romano. Solidali con Disli si sono dichiarati il sindaco Gianni Alemanno: «La violenza, da qualunque parte essa provenga e ovunque sia diretta, non è una voce compresa nel lessico della politica». Il governatore del Lazio, Piero Marrazzo: «È urgente e necessario che chi ha sparato sulla serranda del suo bar spieghi agli inquirenti i motivi di un'azione così ignobile». E il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti: «Nessuno si lascerà mai intimorire o condizionare da questi inaccettabili atti di violenza».

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