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«Autodemolitori fuori dal Gra»

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Guaia chiamarli ancora «sfasciacarrozze», al massimo si potranno chiamare autodemolitori e quei capannoni pieni di ruggine e pezzi di ricambio si chiameranno «isole di bonifica veicoli». Cambierà dunque il concetto stesso della rottamazione dei veicoli che dovrà prevedere, come vuole la legge europea, l'obbligo di riciclare olio, vetro, ferro, palstica, mentre anche il suolo destinato ad ospitare le auto vecchie dovrà essere in cemento, per evitare pericolose infiltrazioni nel terreno. Una vera rivoluzione insomma che comincerà con il trasferimento della maggior parte degli autodemolitori capitolini, come annunciato ieri dall'assessore all'Ambiente, Fabio De Lillo. «Abbiamo localizzato cinque siti dove poter concentrare gli oltre 80 autodemolitori presenti in città - sostiene l'assessore - il testo è pronto, spero di portarlo in giunta entro un mese, poi dovremo trovare una mediazione con gli organi regionali competenti. Il progetto prevede di accorpare dai dieci ai venti autodemolitori in alcuni capannoni industriali, grazie ai quali nessuna carcassa sarà visibile dall'esterno». I punti localizzati sono in «zone industriali quasi tutte fuori dal Raccordo, una potrebbe essere quella vicino alla Centrale del Latte. Alla Magliana invece si è deciso semplicemente di regolarizzare gli autodemolitori già esistenti mettendoli a norma e realizzando dei capannoni. I proprietari degli autodemolitori - ha concluso De Lillo - vogliono far parte di questo progetto industriale anche a spese loro perché attualmente sono fuori norma rispetto agli standard europei». Tra le altre novità inserite nel progetto, infatti, anche la trasformazione degli autodemolitori in piccole e medie imprese, quindi consorziarsi. Una vera rivoluzione insomma, attesa da oltre venti anni e che interessa un mercato che conta oltre 150 mila auto rottamate all'anno nella sola capitale.

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