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Silvia Mancinelli Non solo hanno occupato un asilo ottenendo perfino la residenza ma, adesso, chiedono perfino la potatura dei pini che lo circondano.

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«Noiqui viviamo regolarmente da anni – precisa un marocchino – addirittura riceviamo le cartelle elettorali per andare a votare. Insomma, sono 22 anni che abito a Roma, sono regolare e qui abbiamo la residenza». Certo, la residenza. Il foglio di carta che si ottiene con una semplice autocertificazione e che non basta, però, a vantare diritti. I cinque container occupati da oltre 15 anni da un gruppo di famiglie, per lo più straniere, sono oltretutto nel bel mezzo della Pineta, territorio dunque vincolato e non certo abitabile. «Di fronte a una richiesta del genere cado dalle nuvole – esordisce l'assessore municipale all'Ambiente Giancarlo Innocenzi – E' assolutamente impensabile che l'amministrazione predisponga interventi per la potatura dei pini in prossimità di una scuola tra l'altro occupata, dove quindi non è legittimo abitare». «Tra l'altro il cittadino può rivolgersi alle istituzioni per proporre la risoluzione di un problema di questo tipo - gli fa eco Cristiano Rasi, presidente della Commissione Ambiente dello stesso Municipio - se è legittimato a farlo. I soggetti in questione risultano residenti, ma hanno pur sempre occupato un bene pubblico». Vero è che, qualora un ramo cada addosso a uno dei residenti, 15 in tutto quelli riconosciuti come tali tra cui 4 bambini, la responsabilità oggettiva è del Municipio, come confermato dallo stesso presidente del XIII Giacomo Vizzani. Ma invocare la messa in sicurezza di un'area protetta, dove tra l'altro si vive abusivamente, sembra quanto meno fuori luogo. Potare pini secolari come quelli che sovrastano la scuola richiede tempo e denaro: dai 7 ai 10 giorni di lavoro e diverse migliaia di euro. «Ieri un ramo si è staccato improvvisamente cadendo a un passo dalla nostra casa mentre uscivo per accompagnare mia figlia all'asilo – racconta una delle occupanti - Per non parlare del fatto che siamo costretti a rifare continuamente i tetti per i danni provocati dagli alberi». Proprio qui il dilemma degli amministratori del Municipio: spendere soldi pubblici per tutelare l'incolumità delle persone, a cui comunque è stata concessa la residenza, o ignorare il problema a prezzo di gravi rischi. La terza ipotesi, quella di trovare una sistemazione alternativa agli abusivi e restituire così la scuola alla sua vera funzione, forse sembra la soluzione migliore.

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