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Baci e abbracci in classe gli studenti ignorano i divieti

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{{IMG_SX}}ROMA - Primo giorno di scuola e influenza A, un binomio che ha fatto parlare molto in questi giorni, ma in molti istituti italiani il divieto di baciarsi e abbaracciarsi prima del suono della campanella è stato letteralmente snobbato dagli alunni. Un primo giorno di scuola come tanti al liceo classico Mamiani di Roma, dove stamani gli studenti hanno cominciato le lezioni ignorando le indicazioni del ministero della Sanità sulle precauzioni contro il contagio dall'influenza A. Come ogni anno, il preside Cosimo Guarino, ha parlato in assemblea ai genitori accennando alle indicazioni del ministero, ma in classe e fuori dall'istituto gli studenti hanno ignorato il virus. «Sono solo allarmismi, continuerò a baciarmi con la mia ragazza e a fare tutto ciò che facevo prima. Alcuni divieti non fanno che provocare reazioni opposte», dice uno studente dell'ultimo anno. Fuori, nel cortile del liceo, i ragazzi si sono scambiati panini o sigarette senza evitare effusioni o contatti ravvicinati. «Non è stato imposto l'utilizzo di nessun disinfettante o l'esibizione di certificati», hanno spiegato un impiegato tecnico ed alcuni docenti dell'istituto. «Sì, porto l'amuchina in tasca - ha spiegato invece una studentessa - ma lo facevo anche prima».   È suonata alle 8 di questa mattina anche la campanella del liceo scientifico statale Farnesina della Capitale: emozionatissimi, i primi ad entrare sono stati gli studenti del primo anno e nello zaino di qualcuno spunta il disinfettante anti-influenza. Una misura voluta da alcuni genitori, hanno ammesso gli studenti, molti dei quali hanno però «disertato» le volontà di mamme e papà, lasciando a casa il disinfettante, come Gabriele, 14 anni, al primo giorno di liceo. «Mia madre mi ha comprato l'Amuchina gel, - ha detto lo studente - paura della nuova influenza ma io di certo nello zaino non l'ho messa». «In cartella - ha aggiunto Claudio, un "primino" come si è ironicamente definito - ho solo l'astuccio, un quaderno ed il diario». «Speriamo che l'influenza non si diffonda - ha detto Tommaso, 14 anni - ma portare il disinfettante mi sembra esagerato, alla fine siamo abituati a convivere con questi allarmismi». Scettici sulla possibile diffusione della nuova influenza alcuni dei genitori che questa mattina hanno assistito all'ingresso dei figli. «Aspettiamo indicazioni dal ministero» ha detto Marco Perina, padre di Livia, 14 anni ma anche assessore alla Cultura del XX municipio. E per il liceo Farnesina nessuna circolare «anti-influenza» è al momento al vaglio di preside e professori. «È solo un grande business» dice Lucia Quilici, un'insegnate di biologia. Si salutano, maschi e femmine, con grandi abbracci e all'intervallo non mancano le coppiette che si scambiano baci e confidenze. Gli studenti del liceo scientifico statale Newton di viale Manzoni a Roma, non sembrano preoccuparsi delle indicazioni anti contagio dell'influenza A diffuse nei giorni scorsi dal preside Mario Rusconi e confermate stamattina in Aula Magna in occasione dell'apertura dell'anno scolastico. Quella che fa più discutere è quella che sconsiglia, ma non vieta (come sottolinea il preside), di scambiarsi eccessive effusioni. «Tanto lo faranno tutti» taglia corto Andrea, 13 anni, mentre Emiliano di 17 anni sostiene che «non si può impedire l'affetto tra compagni di scuola. Anche rinviare l'inizio delle lezioni mi sembra inutile». Perchè? «È stato fatto dell'allarmismo - sostiene Vasco, 18 anni, di quinta - tutti i medici hanno smentito che fosse grave. Credo che il preside, che pure ha moltissimi pregi, abbia voluto puntare su di se i riflettori». Anche suo fratello Guglielmo che ha 14 anni oggi vivrà il suo primo giorno da studente superiore è d'accordo con lui: «è inutile - conclude - sembra più una trovata pubblicitaria».

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