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Magistrati e soldi, tribunali a pezzi

Toga

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Pochi giudici, file chilometriche alle notifiche, cause - anche le più semplici - che, tra tempi tecnici, termini e istruttoria durano anni. Nulla di nuovo nelle aule di tribunale del distretto di Corte d'Appello di Roma. Terminate la canonica pausa giudiziaria d'agosto, resta drammatica la situazione nei Fori dell'hinterland. La carenze maggiori si registrano a Velletri (con ben tre sedi distaccate: Albano, Anzio e Frascati) e Tivoli. Numeri-vergogna che evidenziano tutti i mali della giustizia italiana. Così, se nella Capitale il Tribunale civile è al collasso da anni, in provincia la situazione è ben peggiore, con la legittima richiesta dei cittadini di veder tutelati i propri diritti frustrata per deficienze strutturali e di personale ormai divenute croniche. Particolarmente in ginocchio la giurisdizione civile. A Tivoli «abbiamo solo 2 giudici e, se si considera che nelle cause collegiali ce n'è bisogno di 3, si capisce quanto la situazione sia assurda, se non grottesca».  A lanciare l'allarme è Bruno Ferraro, presidente del Foro tiburtino, che serve 78 Comuni dell'hinterland romano. Ben 38 sindaci hanno sottoscritto un appello al Gaurdasigilli Alfano per chiedere il potenziamento del Tribunale: servono personale e mezzi. Le casse sono vuote, tanto che «abbiamo dovuto far ricorso alle sponsorizzazioni private per avere il materiale di cancelleria, ma non è decoroso andare avanti così», ammette sconsolato Ferraro. Nei 78 Comuni della giurisdizione di Tivoli c'è un giudice ogni 23 mila abitanti. A Roma ce n'è uno ogni seimila, tanto per fare una proporzione. Con tempi che si dilatano incredibilmente, cause che durano anni e anni e rinvii di udienze addirittura a 8-9 mesi. Per non parlare dei procedimenti, che sono letteralmente lievitati: 19.985 dell'anno scorso contro gli attuali 25 mila. E la giurisdizione penale non se la passa certo meglio. «Noi non possiamo neanche contare sugli sponsor, che per una Procura sarebbero imbarazzanti. Ma nei primi 6 mesi del 2009 abbiamo già speso tutto il budget annuale, sempre più basso. Abbiamo solo 8 dei 10 magistrati previsti, con un arretrato spaventoso di fascicoli risalenti anche al 2004», è il grido d'allarme de procuratore capo Luigi De Ficchy. Situazione non certo migliore ai Castelli Romani. Nel Foro di Velletri (che serve 29 Comuni con un bacino d'utenza di mezzo milione di abitanti) lavorano 9 pm e 12 giudici per quanto riguarda la giurisdizione penale; 9 giudici monocratici ordinari, 4 giudici monocratici della sezione Lavoro, un giudice per le esecuzioni, 4 giudici di pace per la giurisdizione civile. In totale 30 magistrati quando ne servirebbero almeno 40, di cui 2 da destinare alla sezione Lavoro. Le cause pendenti sono 18 mila e la durata media di un processo civile ordinario è di 1359 giorni, cioè circa 4 anni. Ogni anno si scrivono a ruolo oltre cinquemila nuovi procedimenti e il personale amministrativo è sottodimensionato del 60%. Nella sezione distaccata di Albano ci sono 2 giudici monocratici civili, 2 giudici monocratici penali e 2 giudici di pace; le cause civili pendenti sono 2500 e un processo anche qui dura più di 4 anni. Peggio ancora nelle sezioni distaccate di Anzio (un giudice monocratico civile, un giudice monocratico penale e 2 giudici di pace) e Frascati (un giudice monocratico civile, un giudice monocratico penale e un giudice di pace). Questi i numeri-vergonga del Distretto di Corte d'Appello di Roma. La Giustizia già non funziona nella Capitale. Nell'hinterland è optional.

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