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Il sottosegretario ai Beni culturali ed ex reggente del partito romano di Fi non risparmia critiche all?amministrazione

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.O, più semplicemente, perché il sottosegretario ai Beni culturali ed ex «reggente» del partito romano degli azzurri, Francesco Giro non si è mai risparmiato commenti e riflessioni a 360 gradi sulla città, certamente però il duplice messaggio lanciato ieri ad Alemanno pone più di una questione. Non solo l'esponente del governo nazionale entra nel merito della scelta di Stefano Andrini, prestando la spalla al Pd capitolino che proprio ieri ne ha chiesto la revoca, ma parla dritto ad Alemanno addossandogli (con oltre sette mesi di anticipo e senza ancora un candidato alla presidenza) la responsabilità dell'esito delle prossime regionali. Così, dopo aver bollato la nomina di Andrini come «una scelta incauta, un passo falso per il quale mi permetto di chiedere ad Alemanno un supplemento di riflessione», lancia il primo messaggio: «la politica ha delle regole e dei criteri, dettati da logica e buonsenso, che vanno sempre osservati. Forse questo passo falso è stato dettato anche dal fatto che noi alleati siamo stati forse poco vicini al sindaco. Non dobbiamo fare gli errori di Rutelli prima e Veltroni poi, che vivevano in uno splendido isolamento. Alemanno deve poter avvertire chiaramente la nostra vicinanza e solidarietà. A Roma si governa insieme». Probabile che il sottosegretario abbia interpretato il malumore degli ex azzurri capitolini che in fatto di nomine e incarichi sono rimasti non poco indietro rispetto agli ex di An. E, come a dire che la miglior difesa è l'attacco, Giro affonda sulle prossime elezioni regionali. «Non saranno una passeggiata - riflette Giro - e la vittoria del Pdl oltre che da un candidato autorevole dipende anche dalla tenuta di Roma, dove purtroppo si avvertono degli scricchiolii nell'azione dell'amministrazione che potrebbero preludere a problemi maggiori» e dove «si registra un sovrappiù di problemi all'interno del Pdl». «Dobbiamo precisare e dare una registrata all'azione di governo a Roma - chiarisce Giro - perché dall'azione, o dalla inazione del sindaco, dipenderà l'esito delle regionali». Per questo «in autunno serve una registrata dell'esperienza politica della giunta Alemanno». E così, nel ricordare la necessità di un rimpasto di giunta, il sottosegretario arriva addirittura a paventare il rischio di «un avvitamento dell'azione amministrativa a Roma», mettendo in guardia dal parlare «continuamente ed esclusivamente di sicurezza e omofobia come se fosse un tormentone. Non me ne vogliano le altre province - conclude Giro - ma il dibattito nasce soprattutto a Roma. Alemanno deve avere voce in capitolo, il candidato alle regionali deve essere una persona a lui congeniale per poter sviluppare una proficua collaborazione». A buon intenditor...

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