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La curiosità: irregolari, ma con la residenza

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Nonsiamo così matti da credere di vivere per sempre in un ospedale, ma avevamo una trattativa col Comune per inserire le famiglie in un bando speciale. L'ex assessore regionale Battaglia e il direttore dell'Umberto I Montaguti ci avevano assicurato che non c'era fretta». Lo sgombero di ieri mattina ha interrotto un dialogo che secondo i manifestanti di Action era in piedi: «C'era lo spazio per una trattativa: loro hanno voluto lo scontro». La richiesta di liberazione dell'ex-Regina Elena era avanzata ogni sei mesi dall'università per far posto ai malati oncologici come confermato dallo stesso rettore Frati e dal sindaco Alemanno. La sistemazione provvisoria trovata per le famiglie sgomberate non soddisfa i militanti: «Sono magazzini con letti ammassati. Con diverse famiglie obbligate a convivere nella stessa stanza. Donne con donne e uomini con uomini». Dai padiglioni dell'ex-Regina Elena se ne sono dovuti andare tutti, anche chi lì aveva la residenza: «Sì, un'ottantina di noi ce l'aveva - conferma il portavoce di Action - ma perché c'era la trattativa in corso. Ci era stata concessa dal Municipio». Luce, acqua e gas erano regolarmente allacciati. Conferma l'assessore alle politiche sociali del III Municipio Guido Capuano: «Qui ci vivevano 252 famiglie che avevano anche la residenza. Non c'erano clandestini». Per il presidente del Municipio Dario Marcucci (Pd): «la residenza è un diritto soggettivo che tiene conto solo delle ragioni anagrafiche; la contraddizione è solo apparente. In questi mesi li abbiamo censiti e inquadrati. Loro avevano diritto ad un alloggio».Viv. Spi. OREDROB:#SPIVIV@%@

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