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Una distesa infinita di rifiuti

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Praticamenteun parco ridotto a discarica tra bottiglie di birra, profilattici usati, cartacce, escrementi, pacchetti di sigarette, sacchi di plastica. L'ennesimo situazione di degrado non è uno sperduto giardino in qualche periferia ai margini della Capitale. No, lo scempio è quello che da anni caratterizza via di Monte Caprino. Campidoglio, pieno centro storico. Per chi parcheggia in piazza della Consolazione o in vico Jugario lo spettacolo alle pendici del colle capitolino è desolante: una distesa di carte di preservativi sporca l'antico vicus Jugarius, che collegava il Foro Romano al Foro Olitorio. Così come i resti del portico risalente alla fine della Repubblica all'angolo con via del Teatro Marcello è abbandonato al più completo degrado. Inerpicandosi sul Campidoglio, poi, la situazione è ben peggiore. Via di Monte Caprino (anticamente si chiamava Monte Tarpeo, poi nell'VIII secolo cambiò nome: una parte franò, dove sorgevano le colonne la vegetazione la faceva da padrone e, dicevano i romani dell'epoca, «lì potevano pascolare solo le capre») è una discarica a cielo aperto vera e propria. Di notte è teatro di incontri tra omosessuali. Su internet viene definito dai siti gay una delle mete principali per il battuage, termine tecnico per definire gli incontri gay all'aperto. Ma nella Capitale la zona è anche famosa per i «ragazzi di vita», per la prostituzione omosessuale. E i resti degli incontri notturni tra gay sono evidenti. Con conseguente degrado della zona. La cosa che colpisce è che questo scempio si trovi sul Campidoglio, una volta cuore pulsante della vita religiosa romana con i templi dedicati a Giove Capitolino, Giove Custode, Ops e Fide Publica e oggi centro nevralgico dell'amministrazione comunale. Ecco, alle pendici del palazzo senatorio dove c'è l'ufficio del sindaco Alemanno e dove si riuniscono giunta e consiglio comunale, a due passi dal comando dei vigili urbani e da alcune delle chiese più belle del centro prospera una delle situazioni di degrado peggiori di Roma. Davvero paradossale. E dire che l'Ama è già intervenuta numerose volte per rimuovere l'enorme massa di rifiuti. Ma non è bastato: i rifiuti sono sempre lì. Con evidente danno d'immagine. Dicono Paul e Rose, due turisti americani: «Com'è possibile che permettiate tutto ciò. Perché non interviene nessuno? Roma è una città bellissima, però non sapete curarla». Che cosa obiettare? Della stessa opinione tre ragazze giapponesi che passeggiano per i viali: «Sarebbe un posto bellissimo, ma così è davvero orrendo. Mette i brividi».

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