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L'invasione dei mendicanti

Mendicanti a Roma (Foto Gmt)

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Una vita ai margini. In ginocchio sui marciapiedi, seduti sui gradini di una chiesa, addormentati su un improvvisato giaciglio di cartoni e fogli di giornale. Sono tanti i mendicanti di Roma. Persone che vivono di elemosina, spesso obbligati a farlo. Non solo dalla povertà, ma anche dalla malavita. Basta farsi un giro per le strade del centro, prestare attenzione a quelle richieste di solidarietà. Li trovi dappertutto: in via del Corso, a largo Argentina, all'ingresso delle stazioni della metropolitana e vicino al Vaticano. Una capitale dei mendicanti. Molto più che Napoli o Palermo, o qualsiasi altra città italiana. Un esercito di invisibili, che esistono solo nello sguardo di chi, passandoci accanto, non si volta dall'altra parte. E che prontamente spariscono in qualche periferia romana, o in un accampamento abusivo, in attesa di una nuova giornata di «lavoro». In via del Corso, davanti a una vetrata della banca Monte dei Paschi di Siena, ieri pomeriggio c'era un ragazzo con le braccia mozzate che guardava lo zigzagare dei turisti tra le vetrine dei negozi. In ginocchio, non diceva una parola. Raccoglieva i pochi spiccioli dentro un tubetto di cartone delle patatine Pringles. Dieci minuti dopo era già sparito. «Ci avrà visti arrivare e si è dileguato – ipotizza un agente della Municipale mentre risale sulla sua auto – Siamo qui per un altro tipo di controlli, ma alla vista delle nostre vetture scappano tutti. Qui su via del Corso ce ne sono parecchi». Difficile fermarli, così come identificarli, nonostante le segnalazioni che arrivano alle sale operative dei Vigili Urbani: «In alcuni casi, quando si tratta di persone particolarmente sporche o disagiate arriva pure l'ambulanza, ma loro non intendono salire. Il problema è che non ci sono strutture sufficienti per accoglierli». In via del Gesù, vinto dal caldo africano del primo pomeriggio di ieri, un mendicante è accasciato per terra. A fianco la carrozzella vuota, ha indosso solo i pantaloni. È rannicchiato in posizione fetale, la schiena nuda e una testa di capelli grigi arruffati rivolta ai passanti. Il barista del locale di fronte, finiti i cinque minuti di pausa, getta la cicca di sigaretta e rientra a lavoro. Le turiste dai pantaloncini corti gli passano accanto e non si voltano. Per cinque minuti non succede nulla, nessuno si interessa, né interviene. Tutto questo nel bel mezzo della città. Per non parlare dei «baby-accattoni», costretti a mendicare da clan nomadi o da organizzazioni criminali perché le loro piccole mani lasciano meno indifferenti i passanti. Dalla Polizia Municipale del I Gruppo fanno sapere che stanno procedendo a indagini in merito, svolgendo accertamenti sui minori e «su quello che c'è dietro». L'ipotesi è proprio lo sfruttamento dei più piccoli come manovalanza a costo zero. Molto colpito il centro storico e soprattutto alcune zone turistiche come piazza di Spagna. Il Nucleo assistenza emarginati della Polizia Municipale, comunque, già è attivo su questo fronte, come anche sul fenomeno dei lavavetri o sulla lotta al degrado, in stretta collaborazione con i servizi sociali.

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