Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

I segugi del Noe guidati da «Ultimo» Rajola: nessun pericolo per la salute

default_image

  • a
  • a
  • a

IlNoe ha scoperto il traffico di rifiuti dalle autodemolizioni ai confini di Roma al Corno d'Africa, ha messo i sigilli al mostro sacro del gassificatore di Malagrotta, bollente e intoccabile, perché era senza sistema antincedio. È arrivato a scoprire i guadagni sfrenati e irregolari del consorzio Gaia di Colleferro, sollevando il velo sui capitali della camorra reinvestiti nel ciclo dei rifiuti del Lazio. E il marcio, quello vero, è venuto a galla, in questa regione prima che in altre dove si è tanto parlato di scandalo rifiuti. E meno male che c'è il Noe. Forse tanta tenacia, però, si deve anche al colonnello che sovrintende il Reparto speciale. Lui ha una storia e un nome importanti: è «Ultimo», così chiamato quand'era capitano del Ros del colonnello Mori e arrestò la Belva della mafia, Totò Riina. Capitano Rajola, come siete arrivati alla discarica di Pomezia? «L'amianto. Stavamo monitorando l'invaso, l'unico dalle Marche alla Sicilia autorizzato a ricevere amianto compatto». C'è pericolo per la salute pubblica? «La Asl non ha rilevato niente di strano. L'area comunque sta per essere bonificata dalla Asl di Viterbo, responsabile nel Lazio per questo tipo di rifiuti, con la supervisione del Centro nazionale amianto». Neppure le falde acquifere sono state avvelenate dalle tonnellate di amianto a contatto dl terreno? «No, non risulta». L'indagine continua? «Lo deciderà la procuradi Velletri». Avete ricvevuto pressioni per non proseguire? «Nessuna difficioltà in ambito investigativo». Fab. Dic.

Dai blog